Ampio spazio, nell’intervento di Pierroberto Folgiero all’evento della Fondazione Fincantieri che si è tenuto ieri alla Galleria Nazionale d’arte moderna a Roma, è stato dedicato all’innovazione tecnologica e industriale come asse strategico del Gruppo e come contenuto culturale della Fondazione. Sul fronte del prodotto, Folgiero ha illustrato la visione della “nave del futuro”: “La nave del futuro è una nave senziente. Avrà uno scafo, tantissimi sottosistemi e un cervello. Nascerà la prima nave con il cervello questa primavera ad Ancona”. Un progetto, “Navi Sapiens”, pensato come piattaforma digitale evolutiva, “un computer con uno scafo”, aggiornabile nel tempo. Accanto al prodotto, l’innovazione di processo: riduzione dei tempi di costruzione, automazione e robotizzazione, in particolare nella saldatura. “Oggi l’industria pesante non trova lavoratori. Innovare il processo significa portare tecnologia nel lavoro e rendere attrattivo il futuro della produzione”. In questo quadro nasce la figura della “testa d’opera”, chiamata a custodire e trasmettere il know-how industriale, evitando la perdita di competenze chiave con il ricambio generazionale
La responsabilità sociale è stato un altro asse centrale del discorso di Folgiero, che lega memoria industriale, salute e inclusione a una visione non difensiva ma preventiva del ruolo dell’impresa. “Negli ultimi dieci anni Fincantieri ha pagato 500 milioni di euro di indennizzi per malattie legate all’amianto. Ma la responsabilità sociale non è solo questo. È chiedersi oggi cosa, pur rispettando la legge, potremmo non stare vedendo”. Da questa consapevolezza nasce il progetto con Sapienza Università di Roma su medicina del lavoro e nuovi materiali, per intrecciare competenze ingegneristiche e sanitarie ed evitare il ripetersi di errori del passato. Sul piano sociale e internazionale, Folgiero richiama i progetti di formazione in Ghana e Tunisia: “Abbiamo avviato scuole di saldatura per accompagnare in modo ordinato e responsabile lavoratori stranieri in Italia, seguendo anche l’impatto che generiamo nei territori”. Un approccio che guarda al futuro senza retorica, fondato sulla convinzione che “non c’è passato senza futuro” e che le radici contano solo se accompagnate da una chioma capace di crescere (16 DIC - red).
(© 9Colonne - citare la fonte)



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