“Penso di essere riuscito ad aver restituito un ritratto fedele di mio padre e dell’epoca in cui si è trovato ad agire”. Queste le parole di Luca Tarantelli che nel suo libro “Il sogno che uccise mio padre – Storia di Ezio Tarantelli che voleva lavoro per tutti” ripercorre la drammatica storia del padre, economista ucciso nel 1985 dalle Brigate Rosse. Luca Tarantelli racconta la vita del padre attraverso testimonianze e interviste di chi lo conosceva e attraverso i suoi studi. “Ciò che mi ha portato a scrivere questo libro è stata una maturazione interiore, venticinque anni dopo la morte di mio padre, un padre che avevo rimosso e che è quasi stato confinato in una sorta di empireo” ha detto l’autore. “Mi è stata trasmessa un’immagine quasi astratta di lui, di grande studioso, di uomo dalla grande determinazione che è riuscito a ottenere risultati straordinari”. Ezio Tarantelli morì colpito da una raffica di mitra il 27 marzo del 1985 all’uscita dell’Università La Sapienza di Roma, dove insegnava. Le Brigate Rosse eliminarono così uno degli artefici della riforma del lavoro, l’uomo simbolo della lotta all’inflazione, l’economista che ha messo in discussione la scala mobile. Alla presentazione del libro di Tarantelli, che ha avuto luogo ieri pomeriggio alla sede della Cgil, è intervenuto Franco Marini, ex presidente del Senato ed ex segretario generale della Cisl: “E’ un libro straordinario, il figlio di Tarantelli è entrato di dritto dentro la vicenda, approfondendo le idee del padre”. Presente anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha ricordato le battaglie che ha ricordato l’economista come grande amico della Cgil ma anche voce critica in molte situazioni. “Il tema dell’autonomia delle organizzazioni sindacali rispetto alla politica non è un tema indifferente, nell’idea di Tarantelli e dei suoi oppositori. Quelli erano gli anni in cui si giocava la partita del soggetto di rappresentanza sociale” ha detto Camusso. Dopo venticinque anni di silenzio l’autore del libro ha ricostruito il pensiero del padre, un uomo che aveva sognato di ridisegnare il sistema delle relazioni industriali in nome della concertazione e del riconoscimento della dignità e dei diritti. “Mi era rimasta questa sua immagine perfetta attraverso i racconti degli altri ma avevo bisogno di riappropriarmi della sua figura” ha detto Luca Tarantelli. “Volevo riscoprire mio padre come studioso e come uomo e soprattutto i passaggi fondamentali della sua esistenza”. Daniele Checchi, docente di Economia della Statale di Milano, si è complimentato con l’autore del libro per la ricostruzione storica, per la descrizione di quegli anni. “L’operazione culturale che Tarantelli ha fatto è stata duplice: la prima è stata quella di dare una dimensione quantitativa all’economia e la seconda è stata parlare dei secondi e fornire oggetto di studio ai sociologi”, ha detto Checchi. Il giornalista Massimo Mascini, amico di Ezio Tarantelli, ha lodato il libro scritto dal figlio: “ E’ un libro molto profondo, porta avanti nel tempo e nello spazio ciò che è successo in quegli anni e il pensiero di Tarantelli. Ha cambiato il sindacato, è stato tra i primi a pensare che il sindacato potesse essere un soggetto politico attivo nel nostro paese”. (3 lug - Gim)
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