(16 ott) "Nove campi di accoglienza completi sui 26 ancora in via di realizzazione, il blocco dei fondi da parte di Baghdad che non permette di coprire le spese, oltre 180mila persone che a gennaio, con temperature sotto lo zero, si troveranno all'addiaccio". A lanciare l'allarme è Marzio Babille, rappresentante per Unicef a Erbil, il capoluogo del Kurdistan iracheno, in collegamento telefonico con il Senato nel corso della conferenza stampa di Mario Mauro e Paolo Romani, tornati nei giorni scorsi dalla missione nei territori afflitti dalle incursioni dell'Isis. Unicef che qui a Erbil, spiega Babille, "ha utilizzato un approccio nuovo, garantendo una presenza costante e immediata". Unicef Italia, in particolare "ha guidato le operazioni per far partire 4 corridoi umanitari" e "l'importante corridoio nelle regioni cristiane per l'ingresso di acqua potabile e kit sanitari. Abbiamo coperto- continua - il bisogno di 80 mila persone nell'arco di 30-40 ore dallo sfollamento". Adesso però "il problema è quello della violenza su donne e bambini, servono interventi di assistenza anche psicologica per le famiglie": sono infatti 352 i bambini curdi rapiti dalle forze dell'Isis e iscritti alle scuole coraniche e 4000 donne yazide sono state rapite o violentate. (Sis)
SCHEDA / LA MINACCIA DELLO STATO ISLAMICO
Secondo il Consiglio supremo di difesa "il quadro della situazione internazionale mostra tensioni e instabilità crescenti. La pressione militare dell’Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l’Europa e per l’Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell’estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati. È quindi necessario che l’Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l’ulteriore destabilizzazione della Libia”.