Salar de Uyuni - Un team internazionale di ricerca, con la partecipazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibf e Cnr-Isp), ha studiato la straordinaria specularità del Salar de Uyuni, il vasto deserto salato boliviano di 10mila km² posto a 3600 metri d’altitudine. Durante la stagione delle piogge, un sottile strato d’acqua trasforma il Salar in un immenso specchio, ma i ricercatori si sono chiesti come la superficie possa restare così perfettamente liscia nonostante i venti dell’altopiano. Lo studio, pubblicato su Communications Earth & Environment del gruppo Nature, ha combinato dati satellitari del programma europeo Copernicus e misurazioni dirette sul campo, realizzate per la prima volta con droni, fotocamere e strumenti ottici. La campagna, svolta nel febbraio 2024, ha rivelato che lo strato d’acqua, spesso appena 1,8 cm, è troppo sottile per generare onde significative, spiegando la quasi totale assenza di increspature. Sono stati osservati fiocchi di sale galleggianti che, agendo come tensioattivi naturali, potrebbero contribuire alla levigatezza estrema della superficie. Le immagini aeree hanno mostrato riflessi solari perfettamente circolari, confermando una riflessione speculare quasi ideale. I dati dei satelliti Sentinel-3 hanno inoltre evidenziato una forte variabilità stagionale: la superficie risulta più liscia da dicembre a marzo, in coincidenza con le piogge, mentre l’effetto scompare nei mesi secchi. Oltre al fascino turistico, questo fenomeno fornisce importanti informazioni sui rapporti tra clima, acqua e suolo, con potenziali applicazioni scientifiche e di sviluppo sostenibile. (9colonne)
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