È uscito “I 5 elementi”, la rimasterizzazione dell’album del violinista Alessandro Quarta con la partecipazione del pianista Giuseppe Magagnino e l’Orchestra de I Solisti Filarmonici Italiani. I 5 Elementi è un viaggio musicale evocativo e filmografico, interamente strumentale, che vede il violino solista dialogare con orchestra e pianoforte. «Le musiche de I 5 Elementi raccontano tutto ciò che siamo e che abbiamo vissuto – dichiara Alessandro Quarta – raccontano il nostro passato, la nostra infanzia, i fallimenti, le gioie, i ricordi e le nostalgie. Ogni elemento dell’opera rievoca le emozioni che abbiamo provato nel chiudere tutto in un cassetto. Quest’album vuole essere la chiave per riaprirlo, per tornare a quelle emozioni che tendiamo a nascondere. Perché noi siamo fatti di quei ricordi. Noi siamo quei ricordi». I 5 elementi è prodotto da Fonè Records, storica etichetta fondata da Giulio Cesare Ricci, che dal 1983 ha pubblicato oltre 700 album di musica classica, jazz e rock con un approccio audiofilo, sempre fedele all’esecuzione originale.
Quarta è un violinista, polistrumentista, compositore e arrangiatore acclamato a livello internazionale. Ha accompagnato in tournée alcuni tra i più grandi direttori d’orchestra del mondo, tra cui Lorin Maazel, Eliahu Inbal, Charles Dutoit, Mstislav Rostropovich, Myung-Whun Chung, Georges Prêtre e Zubin Mehta. Oltre ad aver collaborato alla scrittura di musiche inedite per film prodotti dalla Walt Disney e Rai Cinema, ha collaborato come solista e arrangiatore con artisti come i Solisti dei Berliner Philharmoniker, Carlos Santana, Lucio Dalla, Mark Knopfler, Boy George, Dionne Warwick, Lionel Richie, Celine Dion, Liza Minnelli, Joe Cocker, Lenny Kravitz, Jovanotti, Amii Stewart e molti altri. Nel 2010 pubblica il suo primo album, “One More Time”, seguito nel 2014 dall’autobiografico “Charlot”. Nel 2013 la CNN lo definisce “Musical Genius” e nel 2017 durante una cerimonia ufficiale a Montecitorio riceve il riconoscimento come “Miglior Eccellenza Italiana nel Mondo” per la Musica. Nel 2018-2019 presenta il suo progetto “Alessandro Quarta plays Astor Piazzolla” e l’album entra nella rosa dei candidati ai Grammy Awards. Nel 2019 è ospite a Sanremo a fianco del Volo e nello stesso periodo partecipa al Festival Show di Padova come ospite internazionale alla “Notte della Taranta”. In occasione del Concerto a Piacenza in Onore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per i 220 anni del Teatro Municipale, ha scritto ed eseguito in prima assoluta mondiale l’overture sinfonica la “Pucciniana”. Alessandro suona un violino Giovan Battista Guadagnini del 1761, e un violino Svetozar Bogdanovski del 2008.
Come nasce la rimasterizzazione del celebre album “I 5 elementi”? Quanto tempo ha lavorato a questo progetto?
L'Opera i 5 Elementi nasce in un arco di tempo di sette mesi. La rimasterizzazione dell'album invece nasce perché ho sentito il bisogno che l'opera avesse un suono più profondo. Per questo ho inviato l'opera e l'audio a uno dei più importanti ingegneri al mondo, Giulio Cesare Ricci, fondatore della Fonè Records. Lui ha registrato gli album di grandi star mondiali, sia della musica classica sia del rock. 42 anni fa acquistò dalla Abbey Road le macchine valvolari con cui sono stati registrati alcuni dei più bei album dei Beatles, e ha registrato anche album di Vasco. Dopo l’ascolto l’opera gli è piaciuta moltissimo, e da lì è nata questa importante collaborazione.
Cosa ha rappresentato per lei ricevere il premio “Miglior Eccellenza Italiana nel Mondo”?
È una soddisfazione immensa, che rende giustizia agli enormi sacrifici fatti, per scelta, sin da quando ero bambino, per arrivare a un successo nel mondo della classica e per rendere visibile, tangibile, riconoscibile un suono strumentale. Questo premio mi ha dato la possibilità di crederci ancora di più. La cosa più importante però è non vantarsi e andare dritto verso la meta.
È cresciuto artisticamente al fianco di alcuni tra i più grandi direttori d’orchestra del mondo. Quanto è stato importante questo percorso?
Poter lavorare con i più importanti direttori al mondo per molti anni non è da tutti. Studiare la musica e la partitura insieme a loro per molti giorni significa condividere idee, entrando in sintonia, nell'intimità della partitura. Anche il fatto di interpretare diversamente le stesse partiture è qualcosa che ti arricchisce profondamente.
Si è esibito nelle più prestigiose sale d’Europa, America, Cina, Giappone e Medio Oriente. Le è capitato di incontrare tra il pubblico italiani all’estero?
Sì, più volte per strada e meno nei teatri. Per quanto riguarda invece i giovani all'estero i teatri sono pieni di giovani, mentre in Italia purtroppo non è così. Le cose tuttavia stanno cambiando, ci vuole pazienza, ci vuole tempo, e io sto cercando di svecchiare la musica classica. Un esempio? Anche abbassare i prezzi del biglietto o scegliere vestiti meno formali, è una cosa che aiuta molto. Mi piacerebbe vedere le sale del Giappone, della Cina, dell'America e dell'Australia piene zeppe di giovani e vorrei vederle anche in Italia. (BIG ITALY/Mag)
FOTO: MARCO PERULLI
(© 9Colonne - citare la fonte)




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