Buenos Aires - Il comparto del vino conta circa 30.000 imprese di trasformazione (oltre 240.000 aziende nella fase primaria della filiera), con un fatturato di 16 miliardi di euro e un peso del 9% sul food & beverage nazionale. L’export, nel 2024, ha toccato 8,1 miliardi di euro, ovvero il 14% dell’export agroalimentare complessivo. Sono i dati ricordati Denis Pantini – Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor Nomisma presentando la relazione su “La competitività del vino italiano nello scenario di mercato: evoluzione e prospettive” durante l’incontro con il Territorio del Comitato Leonardo organizzato in collaborazione con Herita Marzotto Wine Estates, dal titolo “Il vino italiano tra eccellenza e sfide globali”, un appuntamento che il Comitato Leonardo - nato nel 1993 per rafforzare l’immagine di eccellenza dell’Italia nel mondo, e in cui sono presenti 118 aziende con un fatturato complessivo di 410 miliardi di euro e oltre un milione di addetti - ha fortemente voluto, testimoniando il suo impegno per valorizzare il Made in Italy. L’Italia resta il primo esportatore mondiale per volumi e il secondo per valore, dietro la Francia. Tuttavia, nel corso degli ultimi vent’anni, il nostro posizionamento sui mercati esteri è aumentato in maniera rilevante. “Se ad inizio millennio, l’Italia era leader nell’export di vino in appena 9 mercati, oggi lo siamo in 46, con una quota a valore che è passata dal 17% al 22%, contro un calo dei vini francesi che sono diminuiti dal 38% al 33% dell’export mondiale. La forza del vino Made in Italy è rilevante e sta portando alla conquista di nuovi mercati nel Sud-est asiatico, in America Latina e nell’Est Europa” ha sottolineato Pantini. (9colonne)
(© 9Colonne - citare la fonte)




amministrazione