Washington - Per la prima volta uno studio scientifico ricostruisce senza interruzioni 15.000 anni di storia genetica femminile della Sicilia, rivelando dati mai osservati prima: una netta discontinuità tra le popolazioni del Mesolitico e quelle del Neolitico, l’origine multiregionale dei primi abitanti dell’isola — con contributi distinti da penisola italiana, Balcani e Ucraina — e una sorprendente stabilità del DNA materno negli ultimi 8.000 anni, nonostante millenni di migrazioni. L’analisi del DNA mitocondriale ha infatti permesso ai ricercatori di ricostruire con precisione l’arrivo, la scomparsa e la mescolanza dei diversi gruppi che hanno arricchito la popolazione siciliana dal Paleolitico a oggi. Grazie all’analisi di oltre 350 genomi mitocondriali (DNA circolare contenuto nei mitocondri, gli organelli cellulari deputati alla produzione di energia, che si trasmette esclusivamente dalla madre) — provenienti sia da reperti archeologici sia da popolazioni moderne — un team di ricercatrici e ricercatori di sei università italiane, capeggiate da Ferrara e Pavia, ha seguito l’evoluzione delle linee genetiche materne dell’Isola, individuando trasformazioni decisive e migrazioni che ne hanno plasmato l’identità fin dalla preistoria. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advances, rivela come la Sicilia sia stata per millenni un punto d’incontro tra Europa, Mediterraneo e Africa. Le evidenze genetiche mostrano passaggi chiave quali l’arrivo dei primi agricoltori, la progressiva sostituzione delle comunità di cacciatori-raccoglitori e ulteriori movimenti migratori che, nel corso del tempo, hanno arricchito la diversità genetica ancora oggi presente nella popolazione siciliana. A guidare il lavoro sono Silvia Ghirotto, professoressa del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie e responsabile del gruppo di Genomica Evolutiva Umana e Paleogenomica dell’Università di Ferrara, e il professor Alessandro Achilli dell’Università di Pavia. Insieme a loro, studiose e studiosi delle Università di Perugia, Palermo, Siena, Firenze e dell’americana University of New Haven. “La Sicilia rappresenta un caso unico, un ponte tra Europa e Africa al centro del Mediterraneo in cui per millenni numerose migrazioni hanno arricchito il pool genetico dell’isola”, sottolinea Ghirotto che spiega:“Il DNA mitocondriale, che si trasmette esclusivamente per via materna, ci ha permesso di seguire nel tempo le linee genetiche femminili e di individuare un momento cruciale: una netta discontinuità tra Mesolitico e Neolitico, circa 8.000 anni fa, quando i gruppi di cacciatori-raccoglitori furono in parte sostituiti dai primi agricoltori provenienti dal Mediterraneo e dall’Europa continentale”. (9colonne)
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