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TERRORISMO, SERVE ATTENZIONE DEI CITTADINI

TERRORISMO, SERVE ATTENZIONE DEI CITTADINI

“La paura si intensifica proprio perché non riusciamo a confinare in determinati luoghi sensibili questa minaccia. D’altro canto questo colpire la quotidianità deve risvegliare la coscienza comune, l’attenzione a soggetti che possono far trasparire queste intenzioni, per fare in modo che possano essere bloccati prima. Quindi un monito non solo per le forze d’intelligence e le forze dell’ordine, ma anche del cittadino”: così Sabrina Magris, presidente dell’École Universitaire Internationale, istituto italiano di alta specializzazione, formazione e ricerca, in particolare per la negoziazione di ostaggi, antiterrorismo e intelligence, intervistata da Daniel Moretti nel corso del programma “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. “L’Isis, dove non arriva fisicamente o a istruire qualche terrorista, arriva comunque nelle nostre case con la paura degli attentati commessi da chiunque esso sia – aggiunge l’esperta -. Abbiamo visto negli ultimi giorni questi attacchi in Germania, che riguardavano persone con disturbi mentali e che hanno provocato vittime e scatenato il terrore. Nella parola terrore purtroppo non possiamo fare distinzione sulla matrice di un evento così tragico. Abbiamo visto che l’aspetto religioso è relativo. Questi soggetti non rispettano i dettami del Corano, né dal punto di vista morale né dal punto di vista pratico, dato che fanno uso di droghe e di alcol, non rispettano i principi legati alla sessualità. Sono soggetti che hanno disturbi legati alla sfera sociale e di identificazione e che, maggiormente in questo periodo storico, utilizzano lo spauracchio di Isis per farsi notare al mondo e far capire che la loro esistenza ha avuto un senso”.

PROBLEMA EMULAZIONE E CONTROLLO FLUSSI MIGRATORI - “L’emulazione – sottolinea Sabrina Magris - è la parte che può fare ancora più paura, perché non c’è una strutturazione, non c’è un approvvigionarsi di armi o di esplosivo, che potrebbe essere maggiormente intercettabile. La problematica di questi soggetti è che possono decidere da un momento all’altro di emulare qualcuno che compie questi gesti, prendendolo come modello”. Per quanto riguarda le misure di sicurezza a Nizza, “al di là delle polemiche, facendo un’analisi oggettiva, alcuni comportamenti potevano essere evitati – afferma la presidente dell’École Universitaire Internationale - . Il fatto che un camion di quelle dimensioni e di quella peculiarità potesse essere presente in quella zona e in quell’orario è quantomeno dissonante, perché avrebbe dovuto essere davanti a un ristorante o un bar per caricare o scaricare, non essere fermo lì da qualche giorno prima. Anche il noleggio avrebbe dovuto far scattare l’allarme. Questo deve spingere a migliorare e a perfezionare sempre di più le attività di contrasto”. “Il controllo dei flussi migratori – aggiunge - riveste un’importanza fondamentale nel contrasto al terrorismo. Non bisogna solo focalizzarci sull’immigrazione che arriva via mare. E’ notizia dei giorni scorsi una struttura di terrorismo che potrebbe arrivare con i flussi migratori via terra. Purtroppo l’Italia è geograficamente posizionata in un punto molto favorevole all’arrivo dei flussi dai Balcani. Ci sono report che dimostrano come le infiltrazioni le vediamo molto spesso via terra perché è più facile muoversi attraverso i valichi di frontiera, è più sicuro muoversi in macchina perché si è meno controllati ed è più facile caricare persone, caricare armi. Il terrorista cerca di essere informato sull’attività delle forze dell’ordine e cerca di scavalcarlo o comunque di trarre il maggior risultato”.

L’INTELLIGENCE ITALIANA - Per quanto riguarda la prevenzione in Italia, l’esperta sottolinea che “i dati fino a questo momento ci stanno dando ragione. Il fatto di aver avuto un’esperienza di terrorismo molto forte nei decenni scorsi sicuramente ha reso le nostre forze dell’ordine più attente e più sensibili a questo tipo di focolai che possono poi espandersi. La sensibilità della struttura italiana a qualunque livello dà quel quid in più, lo abbiamo visto con le nostre forze militari nelle varie operazioni all’estero che erano più benvenute di altre, lo vediamo anche dai risultati dell’intelligence e dell’antiterrorismo urbano”. (PO / Red – 26 lug)

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