Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Frascari 'La Terra
vista dallo spazio'

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

FRASCATI: LA TERRA VISTA DALLO SPAZIO

Un pianeta sorprendente - La Terra vista dallo spazio - nelle sale espositive del Comune di Frascati, fino al 27 gennaio. Le immagini satellitari della mostra, realizzate dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), al termine dell’evento espositivo  diventeranno patrimonio della cittadinanza. Le immagini in esposizione, coniugando l’alto valore scientifico ad una cornice estetica di assoluto rilievo, le Scuderie Aldobrandini, conducono lo spettatore in posti remoti e meravigliosi della Terra, presentando un mondo reso fragile dai cambiamenti climatici globali e mostrando al contempo come la tecnologia spaziale possa essere impiegata per proteggere l’uomo e il pianeta. Allestiti anche i modelli di Sentinel-2 (Scala 1:10); Sentinel-5P (scale 1:4) e Lanciatore Vega (scala 1:15). La mostra è stata esposta nel 2015 alle Nazioni Unite di New York e nel 2016 al Palais de la Découverte di Parigi. Nel 2018 la mostra ha ricevuto la Menzione d’onore del prestigioso Premio Compasso d’Oro ADI. (red)

 

PAVIA: “ICONS” DI ELLIOTT ERWITT

Fino al 27 gennaio le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia celebrano Elliott Erwitt (Parigi, 1928), uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, in occasione del suo novantesimo compleanno. La retrospettiva Icons raccoglie settanta dei suoi scatti più famosi, in grado di offrire al visitatore uno spaccato della storia e del costume del Novecento, attraverso la tipica ironia di Erwitt, pervasa da una vena surreale e romantica. L’obiettivo di Erwitt ha spesso colto momenti e situazioni che si sono iscritte nell’immaginario collettivo come vere e proprie icone; è il caso della lite tra Nixon e Kruschiev, dell’immagine di Jackie Kennedy durante il funerale del marito, del celebre incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier, del fidanzamento di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco. Nel percorso espositivo s’incontrano, inoltre, i famosi ritratti del Che Guevara, di Marlene Dietrich, della serie dedicata a Marilyn Monroe, così come i temi più amati dal pubblico per la loro forza romantica come il California Kiss, o quelli più intimi e privati, come quello della sua primogenita neonata sul letto, osservata dalla mamma. A Pavia, non manca l’Erwitt più ironico, come testimoniano le immagini del matrimonio di Bratsk, o quelle dei suoi cani. Chiude idealmente la rassegna una collezione di autoritratti. (red)

 

TRENTO, DALLE TRINCEE ALL’ORIENTE

 

Allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, la mostra “Immagini latenti 1919-1920”, visitabile fino al 27 gennaio, espone - nella suggestiva ambientazione della Tridentum romana - quaranta stampe fotografiche, selezione degli oltre 200 negativi originali realizzati da Ettore Dal Rì tra il 1919 e il 1920, nel suo viaggio dal Trentino all’estremo oriente. L’esposizione è curata da Giusi Campisi e Layla Betti per Tiring House con l’appoggio della Fondazione Museo Storico del Trentino e di Fondazione Caritro e la collaborazione dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali provinciale e degli eredi Dal Rì che hanno messo a disposizione l’archivio di famiglia. La mostra si aprirà domani con una conferenza dal titolo “L’archivio della famiglia Dal Rì. Storie di irredentismo trentino” in cui si affronterà il tema del valore degli archivi familiari per ricostruire il viaggio di Ettore e arricchirlo dei brani della grande storia. All’incontro interverranno Quinto Antonelli, Anna Pisetti, Annalisa Pellino e Emanuela Pandini. Quando le vicende personali si intrecciano con la grande storia, allora il racconto si fa più affascinante. E’ il caso di quanto accaduto ad Ettore Dal Rì, giovane trentino arruolato nell’esercito austro-ungarico di stanza in Galizia, che, 18nne in un anno duro come il 1915, decide di disertare. Inizia così la sua avventura: Ettore si consegna ai russi, viene trasferito in Siberia e quindi in estremo oriente. Una storia come tante, che sarebbe andata perduta se non fosse che Ettore aveva con sé taccuini per prendere appunti e, soprattutto, una macchina fotografica. (red)

 

CHIASSO: LA STORIA DELL’AUTOMOBILE

 

Fino al 27 gennaio il M.a.x. Museo di Chiasso, in Svizzera, celebra la centenaria storia dell’automobile con una mostra che documenta l’evoluzione dello stile, così come si è sviluppato in quel territorio in cui grafica e design s’intrecciano, all’interno delle varie fasi storiche fino a raggiungere la contemporaneità. La rassegna “ Auto che passione!” muove i suoi passi dagli inizi del Novecento quando una serie di scoperte e innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato il modo di vivere di tutto il secolo. Ma è grazie all’intervento della grafica e del design che il ruolo delle carrozzerie delle automobili viene elevato da un livello funzionale a quello estetico.Ecco allora che le più importanti case automobilistiche affidano l’immagine della loro azienda e quella della comunicazione pubblicitaria ad artisti quali Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Achille Mauzan, Plinio Codognato, Max Huber, Bob Noorda che contribuirono a costruiire quella ‘cultura dell’automobile’ che ancora è presente ai nostri giorni; contemporaneamente, nascono quelle figure di designer industriale quali Pininfarina, Giugiaro, Zagato e Sbarro che, attraverso le loro creazioni, segnarono lo spirito di un’epoca. Tutto questo è documentato da grafiche pubblicitarie, disegni, cartoline, oggetti di design. (red)

 

CATANZARO: I DIPINTI “MOBILI” DI ULLRICH

 

Fino al 27 gennaio il Marca - Museo delle Arti di Catanzaro  ospita la prima grande antologica dell’artista tedesco Wolfram Ullrich (1961). La rassegna, “Coordinate e convergenze”, ruota attorno alle astrazioni geometriche tridimensionali di Ullrich, frutto di un assemblaggio di segmenti in acciaio preparati in modo che l’acrilico, applicato per velature successive, vi si possa fissare. Le sue creazioni appaiono come sculture da parete - nonostante lo stesso Ullrich si definisca ‘pittore’ e non ‘scultore’ - che giocano con la prospettiva, poligoni che fluttuano e che sembrano immersi in uno spazio profondo, grazie all’uso di aree dai colori intensi. Le opere, come spiega lo stesso artista, vengono letteralmente costruite assemblando le diverse parti, in un processo opposto alla scultura, dove si lavora per sottrazione. A seconda della posizione dell’osservatore le opere si inclinano, diventano morbide, si piegano in strette fessure d’ombra. Il lavoro di Ullrich entra quindi in relazione non solo con l’occhio dello spettatore, ma anche con lo spazio e con il movimento del visitatore. (red)

 

 

ROMA: OMAGGIO AD ENNIO CALABRIA  

 

A 60 anni esatti dalla sua prima mostra personale a Roma, novembre, Ennio Calabria - grande protagonista della figurazione visionaria ed esistenziale italiana ed europea – presenta una grande rassegna antologica, sempre nella Capitale, nelle sale di Palazzo Cipolla, fino al 27 gennaio. La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro, espone un’ottantina di opere fra quadri (alcuni dei quali realizzati per l’occasione, nel 2018) e pastelli. Opere che riescono a dare immagine al processo di mutamento della nostra società e dell’uomo di oggi, indicando quasi profeticamente le sue possibili metamorfosi future. La pittura vissuta come metamorfica e complessa unità vivente in cui l’artista travasa tutto sé stesso. Fin dal 1958 l’artista romano ha dato vita ad opere ricche di una complessa ed irrequieta vitalità pittorica, colme di una forza immaginifica che va a braccetto con una lucidissima speculazione filosofica e antropologica. (red)

 

ROMA: L’ICONA “MIRACOLOSA”

L’icona Madonna con il Bambino, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, esposta nella Sala della Biblioteca di Castel Sant’Angelo fino al 27 gennaio. L’ultimo e accurato restauro ha portato alla luce parti di firma che si è potuta riconoscere come quella di Filippo Rusuti che firmò, verosimilmente entro il 1297, il monumentale mosaico che ancora orna, in parte nascosto dal loggiato settecentesco, la fascia superiore della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore.  L’opera, tradizionalmente attribuita all’evangelista Luca e per questo nota come Madonna di San Luca, è una delle immagini più venerate della storia della città di Roma, come attestano vuoi la fama di “immagine miracolosa” vuoi gli atti ufficiali della storia della Chiesa. La tavola (nello specifico una tela impannata su tre assi in legno di noce) mostra un’immagine di derivazione bizantina – la Vergine è ritratta di fronte, tiene in braccio il Bambino rigidamente eretto, completamente vestito e benedicente – e propone i tratti dell’iconografia tradizionale dell’Odigitria, “colei che mostra la via”, cioè Cristo, arricchita però di un diverso pathos, quello dell’affettuosità familiare: la Madre volge il capo verso il figlio, indirizzandogli uno sguardo pieno di tenerezza. Il Figlio poggia la mano sinistra su quella della Madre, confermando il suo attaccamento. L’opera si discosta dall'inanimata astrazione delle figure, tipica dell'iconografia dell'epoca, e mostra nella gestualità e nella vivacità cromatica quel carattere d'intimità che sollecita l'empatia del fruitore.

 (red – 4 gen)

 

 

 

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