Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

San Gimignano: ritratti tra vero e falso

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Per iniziativa del Comune di San Gimignano, fino al 9 novembre, è aperta al pubblico, presso la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, la mostra “Vero e Falso” del giovane fotografo toscano Niko Giovanni Coniglio, parte del progetto Ritratti di città, per la serie “Sguardo italiano”. Protagonisti volti che appartengono a persone provenienti da urgenze sociali, umane/umanitarie o di rappresentazione pubblicitaria, i quali esprimono la volontà e necessità del fotografo di entrare in empatia con il soggetto fotografato, creando un rapporto di sottile fiducia tra chi guarda e chi è guardato. Il fotografo spiega: “Non ci sono segreti per cogliere l’espressività di una persona. Bisogna essere preparati, avere l’attrezzatura, ma poi quello che conta è il modo con cui ti relazioni con chi devi fotografare. Occorre essere bravi. Guadagnarsi la fiducia delle persone. E spesso uno è costretto a farlo in poco tempo”. Una mostra quindi che, oltre a mostrare il filo che unisce lo sguardo del fotografo con quello della persona ritratta, farà muovere anche lo sguardo del visitatore, portandolo a chiedersi: “il vero e il falso dove e in chi sono (ri)posti?”. Tra i tanti volti anche una sezione dedicata alla natura morta, in cui emerge il senso estetico di Niko Coniglio che, nella composizione e nel suo equilibrio, trova una base su cui poi fa deflagrare il colore o alcuni elementi che diventano gli aculei per il pensiero.

LA SICILIA VISTA DAI MASBEDO

ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti di Milano prosegue la propria programmazione con un nuovo progetto espositivo inedito, la personale di Masbedo, duo artistico formato da Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970). “Perché le frontiere cambiano” è il titolo della mostra che, fino al 10 novembre, offre una riflessione sulla storia passata e presente della Sicilia, da sempre terra di tutti e di nessuno, luogo mitopoietico per eccellenza. La mostra raccoglie lavori preesistenti, riedizioni e opere inedite, tutti generatisi in territorio siciliano e legati alla sua complessità culturale e sociale. Si fondono tra loro elementi della storia siciliana, come la vicenda della casa di produzione Panaria Film e la testimonianza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, celebri riferimenti alla cinematografia dei registi Vittorio De Seta, Ugo Gregoretti, Francesco Rosi e Luchino Visconti, e le questioni legate alla comunità Tamil di Palermo. La mostra diventa anche l’occasione per presentare i temi più cari agli artisti: la storia del cinema e il suo legame con la performance, l’immagine come strumento di riflessione e divulgazione della memoria, l’importanza dell’azione culturale e al tempo stesso la sua dimensione performativa. Attraverso un percorso narrativo storico e culturale del tutto italiano, i Masbedo svelano la creazione di un sogno, quello cinematografico, riportato in vita negli spazi di ICA. Gli artisti attivano così un ragionamento sul cinema del passato, conducendo una riflessione sull’immagine deportata nella memoria e sulla sua capacità di influenzare le azioni culturali e performative.

MILANO: MISTERIOSO VETRO

La galleria Building di Milano presenta “Dalla sabbia, opere in vetro”, progetto espositivo che inaugura la seconda stagione di Buildingbox dedicato alla ricerca sul vetro contemporaneo. In una vetrina visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su un calendario di 12 mesi (fino al prossimo ottobre), si dispiega una mostra collettiva nella quale le varie opere d’arte sono presentate una dopo l’altra e costruite sulla base del tempo. Il primo artista del ciclo è l’artista belga Koen Vanmechelen che presenta, fino all’11 novembre, due opere: Under Pressure e Open Secret. Una scatola di vetro contiene una collezione, un gruppo di uova in vetro e in marmo di proporzioni simili, ognuna un mondo a sé. Sebbene il loro aspetto e la loro trasparenza suggeriscano l’uniformità, ognuna di esse è unica e particolare. La leggerezza della loro superficie è un’illusione, in quanto il vetro è pesante. La loro struttura ovale è la forma della cellula originale, il luogo in cui la vita ha origine. Questa forma organica contrasta con il minimalismo quasi matematico della costruzione e della formula misteriosa sul muro: un codice genetico, una molecola di DNA, composta dalle sue unità fondamentali: A, G, C e T. Una scatola che funge da espositore o da protezione alla colonia di forme al suo interno, o entrambe le cose? Comunque custode della creazione della vita.

MILANO: IL CALCIO: “ESPERANTO” ITINERANTE

Si chiama “Esperanto” ed è un esperimento sociale unico nel suo genere: una mostra fotografica – itinerante esposta, fino al 26 ottobre, in giro per Milano, affisse sui muri tra le vie e i vicoli della metropoli. Otto composizioni diverse che raccontano otto storie dove il calcio è diventato protagonista nel mondo in cui viviamo e per questo motivo il sottotitolo della mostra è “Fenomeni, Minoranze & Rivoluzioni”. Le otto opere sono composte da una foto a cui viene associato un racconto inedito, a cura di otto giornalisti sportivi differenti. Si spazia dal nazismo alla dittatura in Brasile, dall’Apartheid all’orgoglio kurdo. Nessuna cornice e museo: le opere sono composte come manifesti che chiunque può trovare in giro per la città, leggere, guardare, approfondire e quindi a sua volta stampare e affiggere in nuovi luoghi differenti di Milano ma anche dell’Italia o del mondo. Un’operazione di guerrilla – si direbbe nel marketing – o più probabilmente un esperimento sociale, un gioco sociale, proprio come il calcio. Una mostra anche multimediale, perché ciascun racconto inizia sull’opera e continua sul web, grazie al QR Code presente su ogni composizione. Ma perché proprio il nome “Esperanto”? Perché il calcio è il linguaggio universale e l’obiettivo di questo progetto artistico è dimostrare come possa essere una lingua che parla a tutti. Lìevento è legato ad Offside Festival, festival cinematografico internazionale del calcio.

COMO: SPLENDORI DEL ‘700 SUL LAGO

Ultimi giorni di apertura della mostra “Splendori del Settecento sul Lago di Como: Villa Carlotta e i marchesi Clerici” dedicata alla prima fase delle vicende della villa, dalla fine del Seicento - epoca in cui fu costruita per volontà dei marchesi Clerici – arrivando fino al 1801, anno in cui l’ultimo erede della famiglia, Claudia Clerici Bigli, vendette il complesso a Giovanni Battista Sommariva, celebre collezionista d’arte neoclassica. Fino al 3 novembre è possibile riscoprire la storia di Villa Carlotta, a Tremezzina, focalizzando l’attenzione sulle sue origini. L’esposizione ruota attorno a un nucleo di dipinti barocchi che fin dall’origine appartenevano al patrimonio della villa e rappresentano la più importante testimonianza superstite sul lago di Como del gusto e della committenza artistica dei Clerici. Si tratta dei tre grandi quadri che decoravano l’Oratorio di San Francesco Saverio fatto costruire dai marchesi a servizio della loro residenza di villeggiatura e la loro realizzazione fu affidata a tre dei maggiori artisti attivi in Lombardia alla fine del Seicento: Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga. A metà Ottocento il piccolo edificio di culto fu interessato da un rifacimento integrale che lo riconfigurò nelle forme attuali, quelle di una suntuosa cappella funeraria destinata ad accogliere i monumenti sepolcrali della famiglia Sommariva. In occasione di questi lavori i tre dipinti seicenteschi voluti dai Clerici furono rimossi e dopo esser rimasti depositati per lungo tempo nella sacrestia adiacente vennero trasferiti presso la chiesa parrocchiale di Tremezzo, venendo quasi dimenticati. Restaurato appositamente per questa occasione, il ciclo di tele è tornato negli spazi di Villa Clerici dove ha trovato una collocazione non effimera, grazie al comodato con la Diocesi di Como che consente di arricchire il percorso museale di Villa Carlotta con una sala dedicata ai suoi primi proprietari, i marchesi Clerici, e alla loro committenza. Una sezione della mostra è invece incentrata sulla spettacolare serie di stampe settecentesche di Marcantonio Dal Re - da poco entrate a far parte delle collezioni del museo - che raffigurano la villa e il suo giardino all’epoca in cui era di proprietà del marchese Anton Giorgio Clerici, ultimo grande esponente del ramo principale della casata.

ROMA: FOTO DAL MURO SULLE MURA

Il Museo delle Mura di Roma ospita, fino al 10 novembre, la mostra “Non farmi Muro!”, una selezione di oltre 40 fotografie che evidenziano come è cambiata la città di Berlino dal 1989 ad oggi. La mostra, promossa da Roma Capitale e organizzata dall’ambasciata tedesca con i servizi museali di Zètema, è una riflessione sullo sviluppo di una città nel cuore dell’Europa attraverso quattro diverse proposte fotografiche: le immagini di Livio Senigalliesi della Berlino del 1989, quelle di Daniel Pilar e VisitBerlin della Berlino di oggi e, infine, una sezione intitolata “Il cammino verso l’unità tedesca” realizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in collaborazione con la Bundesstiftung Aufarbeitung.

ROMA: LAND ART SULLA VIA FRANCIGENA

Lungo la Via Francigena, all’interno del Parco di Veio, arriva “Three Gates of IN-Perfection”, un intervento collettivo di land art che vede coinvolti tre artisti di fama internazionale: Davide Dormino, Giancarlo Neri e Goldschmied & Chiari. A completamento, al Santuario di Santa Maria del Sorbo, si tiene la mostra fotografica “Epilogo” di Angelo Cricchi, curatore del progetto artistico risultato primo classificato del bando Arte sui Cammini promosso dalla Regione Lazio, con l’obiettivo di installare opere d’arte contemporanea lungo i cammini della spiritualità che attraversano il suo territorio. Atlante di Davide Dormino, Dialogo infinito di Giancarlo Neri e Connessione di Goldschmied & Chiari sono le tre opere site-specific collocate lungo in una frazione di percorso dello storico cammino della via Francigena che, partendo dal Santuario della Madonna Sorbo, si addentra oltre nel parco, lungo il sentiero che conduce ai comuni di Formello e Campagnano. Realizzate in materiali differenti (marmo, ferro, legno) le opere invitano l’osservatore a riflettere e ad aprirsi al confronto: con il luogo innanzitutto, per riscoprire il genius loci, con l’altro da sé dischiudendo la porta del dialogo e con l’infinito per trovare la dimensione interiore del cammino. Tre opere che rappresentano tre tappe diverse di elevazione spirituale in un percorso ideale che vuole essere, al tempo stesso, simulazione in scala ridotta del cammino di una vita.

MODENA: GIOVANI TALENTI PER IL PREMIO VIGNALI

Fino al 17 novembre 2019, l’Ex Manifattura Tabacchi (Mata) di Modena ospita la mostra dei vincitori dell’ottava edizione del Premio Davide Vignali dedicato al ricordo del giovane ex-alunno dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena, prematuramente scomparso. Promosso da Fondazione Modena Arti Visive, dalla famiglia Vignali e dall'Istituto d’Arte Venturi di Modena, il concorso seleziona ogni anno le più significative opere fotografiche e video realizzate dagli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna. In mostra il video Essere Maschi dei primi classificati Clara Grilanda e Gianmarco Onofri, studenti del Liceo artistico di Forlì, la serie Incontri onirici di Luz Angelica Moccia,studentessa del Liceo Chierici di Reggio Emilia e la serie Viaggi di Mamoudou Cisse dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena, rispettivamente secondi e terzi classificati. Il Premio Venturi, riservato a uno studente dell’omonimo istituto modenese, è stato assegnato a Sara Perfetto, autrice della serie fotografica Marionetta. Il Premio Davide Vignali costituisce per Fondazione Modena Arti Visive un’importante occasione di collaborazione e scambio con le realtà più vicine alle nuove generazioni, riflettendo l’attenzione da sempre rivolta verso la formazione di giovani artisti. Parallelamente alla mostra, prende avvio la nuova edizione 2019/2020 del Premio: il bando, riservato a tutti gli studenti di quinta delle scuole superiori dell'Emilia-Romagna, rimarrà aperto fino al 10 aprile.

SIENA: UNA POP ART QUOTIDIANA

Marchi storici, prodotti, slogan, fumetti: si nutre di quotidianità l’universo pittorico di Lorenzo Crivellaro, l’artista a cui è dedicata la mostra personale che si tiene fino al 9 novembre alla galleria Beaux Arts di Siena. L’artista milanese usa un lessico che si ispira alla Pop Art e racconta un mondo di oggetti, parole e immagini che diventano icone di un passato recente, profumato di vintage, velato di nostalgia. Nelle sue opere la materia è trattata come fosse un muro dove la malta in alcuni punti cade e in altri si sovrappone strato su strato, lasciando intravedere il fondo, una tela grezza su cui è ancora possibile scrivere, o meglio dipingere, una nuova storia.

GENOVA: LUMINOSI MONDI INDUSTRIALI

La galleria Studio Rossetti di Genova inizia la sua stagione espositiva autunnale con “Antropia - La luce che resta” di Andrea Savazzi che, fino al 10 novembre, presenta una ventina di opere i cui protagonisti appartengono all'epoca industriale: giganti di ferro e di cemento che ora giacciono immobili, vuoti e silenziosi, ambienti emblema dell'azione umana, tracce ingombranti e decadenti di una illusione definita progresso. Dal mondo industriale di Savazzi traspare l'intima essenza della vita dell'uomo: spazio evocatore di sentimenti, dove la luce diventa il punto di congiunzione tra passato e presente, appagamento e disappunto, realtà e apparenza. Nonostante la mancanza di presenze, dalle tele trasuda un'umanità intensa con il potere di esorcizzare la malinconia dell'abbandono nella riscoperta di uno spazio che diventa intimo e conosciuto.

(© 9Colonne - citare la fonte)