di Paolo Pagliaro

(24 aprile 2020) Un anno fa Laura Gnocchi e Gad Lerner hanno iniziato a intervistare in tutta Italia le partigiane e i partigiani che sono ancora fra noi. Li hanno incontrati in numerosi alloggi popolari di periferia, talvolta ricoverati in case di riposo, più di rado in appartamenti borghesi. Quando l’epidemia di coronavirus ha paralizzato l’Italia, nel marzo scorso, le interviste raccolte erano già più di  quattrocento. Ne è uscito un libro – “Noi, partigiani” - che Feltrinelli ha pubblicato in questi giorni e che si propone come il Memoriale della Resistenza Italiana.
Negli intervistati si coglie quello che gli autori chiamano il “sesto senso del partigiano”, capace di decifrare in anticipo certi segnali. Capace dunque di percepire le energie velenose del fascismo oggi in circolazione: razzismo,  antipolitica, retorica nazionalista
Domani è il 25 aprile, e sono 75 anni dalla Liberazione.  Questa volta la manifestazione sarà particolarmente  grande, sarà nazionale e sarà naturalmente on line. C’è un sito, con annessa pagina Facebook, che si chiama 25aprile2020.it. E c’è l’adesione di un network di piattaforme digitali che comprende Repubblica, la Stampa, Radio Popolare, Il Manifesto, Avvenire, Comune di Torino e consiglio regionale del Piemonte.  L’appuntamento è per domani alle 14,30. Tosca canterà l’inno di Mameli, quindi Lella Costa introdurrà i brevi interventi di Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, Maria Lisa Cinciari Rodano, staffetta partigiana, e Sara Diena, di Fridays for Future. Alla 3  migliaia di italiani canterano insieme Bella Ciao, poi la parola passera ai numerosi personaggi dello spettacolo, dello sport, della cultura che hanno aderito.  L’appello a festeggiare domani il Natale della nostra democrazia ha superato le 15 mila firme.  E ha quasi ha raggiunto il traguardo dei 300 mila euro la raccolta fondi destinata alla Caritas e alla Croce Rossa.