“IL METODO DEL DOTTOR FONSECA” DI ANDREA VITALI
Dopo mesi trascorsi dietro una scrivania per aver ferito un passante nel corso di una retata, un ispettore viene inviato in un villaggio vicino alla frontiera di cui nemmeno conosceva l’esistenza. Ad attenderlo c’è un caso d’omicidio considerato già risolto. La vittima è una donna che conduceva un’esistenza appartata, e il presunto assassino è suo fratello, un giovane con disturbi mentali che abitava insieme a lei e che ora è scomparso. Facile, forse troppo. Magari è solo suggestione, magari dipende dal paesaggio, bello e violento, o magari è la presenza inquietante della clinica che sorge sul confine, nella “terra morta”, un centro specializzato in interventi disperati, ma in quel luogo c’è qualcosa che non torna. Nella pensione che lo ospita l’investigatore fa conoscenza con alcuni personaggi quantomeno singolari, e a poco a poco davanti ai suoi occhi si apre uno scenario che nessuno avrebbe mai immaginato. Insospettabile anche per il potentissimo capo dell’agenzia governativa che gli ha affidato l’indagine: un funzionario spaventoso e ridicolo al tempo stesso, che dietro le spalle tutti chiamano “il Maiale”. Questa la trama del romanzo “Il metodo del dottor Fonseca” di Andrea Vitali, pubblicato da Einaudi. Vitali è nato a Bellano, sul lago di Como, nel 1956, e nella sua città ha svolto la professione di medico fino al 2008, quando ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura. I suoi romanzi sono tutti best seller. Presso Einaudi ha pubblicato Documenti, prego (2019).
PAOLO D'ANGELO RACCONTA “LA TIRANNIA DELLE EMOZIONI”
Paolo D'angelo racconta “La tirannia delle emozioni” in un saggio pubblicato dal Mulino. Una piena di sentimenti ed emozioni percorre la società d’oggi e investe anche l’arte e la riflessione sull’arte: installazioni e mostre menano vanto di essere immersive, quasi fosse un merito indurre lo spettatore a smarrire la distinzione tra ciò che vede e ciò che vive. Il monopolio della dimensione emozionale sull’esperienza estetica domina in larga parte della filosofia contemporanea. Come rimediare? Chiedendosi quale idea dell’arte stia dietro tali posizioni e distinguendo fra un’emozione e l’altra (la paura, la rabbia, la commozione, la gelosia, l’imbarazzo, la nostalgia), e tra forme diverse di espressione artistica, come il cinema, il teatro, la pittura o la musica. È un lavoro necessario, perché non riconoscere la differenza tra le emozioni ordinarie e quelle mediate dall’arte vuol dire vedere incrinarsi non solo il nostro rapporto con quest’ultima, ma anche il nostro modo di vivere. Paolo D’Angelo è professore ordinario di Estetica all’Università Roma Tre. Per il Mulino ha pubblicato: “L’estetica del Romanticismo” (1997), “Estetismo” (2003), “Estetica e paesaggio” (2009) e “Le nevrosi di Manzoni” (2013).
“UCCIDO CHI VOGLIO” DI FABIO STASSI
Una nuova avventura a tinte più nere che mai per il biblioterapeuta Vince Corso, un enigma che lo porta a smarrirsi tra le ombre e a interrogarsi sul potere minaccioso e salvifico delle parole.
La storia raccontata da Fabio Stassi in “Uccido chi voglio” (Sellerio) è nata in un carcere. “Un detenuto albanese mi rivelò, in un incontro, il vero significato dell’antico soprannome della mia famiglia, Vrascadù – scrive l’autore - Avevo sempre creduto che volesse dire Braccia Cadute e fosse una contrazione del siciliano. Si trattava invece di una frase arbereshe; il ragazzo mi consegnò la traduzione su una pagina strappata che ho portato con me per anni: Uccido chi voglio. È il titolo di questo romanzo, e il motivo per cui comincia con un altro biglietto spedito da Regina Coeli. A scrivere a Vince Corso, che di mestiere cura la gente suggerendo libri da leggere, è un ergastolano di nome Queequeg. Inizia così una settimana difficile, nella quale Corso si troverà a un metro dalla follia e nel mezzo di un’indagine, ma da inquisitore a inquisito, come se oltre alla realtà anche l’alfabeto si fosse capovolto ed esistesse per davvero una Porta Magica tra i libri e la vita. Smarrito per Roma, Vince Corso si addestra a perdersi, non a ritrovarsi. La sua è la testimonianza di un detective involontario che non riesce più a leggere il mondo che lo circonda. Un rapporto sulle ombre, e sul potere minaccioso e salvifico delle parole. Una lunga lettera al padre, dopo tante cartoline”. Stassi (Roma, 1962) ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio Centolibri), Come un respiro interrotto (2014), un contributo nell’antologia Articolo 1. Racconti sul lavoro (2009), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), La lettrice scomparsa (2016), Angelica e le comete (2017) e Ogni coincidenza ha un'anima (2018). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (2013).
“UN UOMO A PEZZI” DI FRANCESCO MUZZOPAPPA
In “Un uomo a pezzi” (Fazi editore), lo scrittore umoristico Francesco Muzzopappa diventa finalmente protagonista e si racconta per la prima volta attraverso storie spassose e irresistibili. Se si è nati al Sud, quanto coraggio occorre per tornare a casa durante le vacanze? Come ci si procura del caffè decente quando si è all’estero? È possibile uscire vittoriosi dopo l’immancabile chiamata di un call-center? Cresciuto in Puglia, dove ogni anno la famiglia metteva in piedi un’efficiente catena di montaggio per preparare pentoloni di salsa fatta in casa, il narratore si è fatto strada in mezzo a idraulici maschilisti e coinquilini di ogni tipo per approdare infine a Milano: una moderna metropoli in cui la vita è scandita da hair stylist e frigoriferi vuoti, dove per sopravvivere occorre tener testa alla sarta cinese del quartiere ed evitare di finire schiacciati dalla libreria storta ma chic raccattata al mercatino dell’usato. Muzzopappa ha la grande capacità di narrare in modo arguto e vivace episodi che tutti noi abbiamo attraversato almeno una volta nella vita: il fascino bislacco dei luna park, i tentativi ricorrenti di mettersi a dieta, la curiosità per la moda del centro massaggi. In questi racconti singolari, popolati dai personaggi più diversi, ogni scheggia di realtà si trasforma in una riflessione sincera e divertente sul nostro folle, frenetico mondo. Dall’autore di romanzi come Una posizione scomoda e Heidi, un libro unico e imperdibile sulle vicissitudini di un giovane uomo alle prese con le contraddizioni della vita, fortunato e reso meno cinico, forse, grazie a Carmen – donna di ferro ma all’apparenza fragile Biancaneve –, personaggio ricorrente e imprescindibile di questa carrellata di pura comicità e buonumore. Nato a Bari ma milanese ormai da anni, è uno tra i più conosciuti e apprezzati copywriter italiani. Per la categoria in cui eccelle, la pubblicità radiofonica, ha ottenuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Popolarissimi e molto amati i suoi romanzi, tutti pubblicati da Fazi Editore: Una posizione scomoda, il libro d’esordio uscito nel 2013, Affari di famiglia (2014), Dente per dente, pubblicato nel 2017 e vincitore del Premio Troisi nello stesso anno, e Heidi (2018): tutti i titoli sono stati tradotti in Francia dall’editore Autrement riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico. Recentemente, ha pubblicato per De Agostini un libro per ragazzi, Il primo disastroso libro di Matt.
MASSIMILANO VALERII CONTRO LA SOCIETA’ DEL RANCORE
“La notte di un'epoca. Contro la società del rancore: i dati per capirla e le idee per curarla” di Massimilano Valerii, edito da Ponte alle Grazie, racconta i sogni diurni di ognuno di noi. Sono importanti, sono necessari. Sono urgenti. La lunga e profonda crisi ci ha lasciato una pesante eredità. Si è rotto il tacito patto che aveva guidato lo sviluppo per oltre mezzo secolo. L'ascensore sociale si è inceppato: scende, ma non sale. Valerii, direttore generale del Censis, ricostruisce in modo originale questo scenario facendo parlare i dati. E racconta la frammentazione dell'immaginario collettivo e i nuovi miti d'oggi, volatili e fragili. Perché abbiamo vissuto anche il naufragio delle grandi narrazioni post-ideologiche egemoni negli ultimi trent'anni, entro le quali avevamo costruito la nostra identità e radicato il nostro benessere: l'Idea di una nuova patria in una Europa unita senza più frontiere, i benefici per tutti portati dalla globalizzazione, il potere taumaturgico della rivoluzione digitale come leva universale per diffondere conoscenza e democrazia ai quattro angoli del pianeta. La società del rancore che si è risvegliata l'indomani, con questi sogni andati in pezzi, spaesata, inquieta e impaurita, imprigionata nel limbo della crescita da “zero virgola”, si è immersa in una nuova antropologia dell'insicurezza. Ora ci sporgiamo sulla frattura della storia. Come affrontare il futuro? Come rimettere in moto i desideri e la speranza di quei diavoli sognanti che noi tutti siamo diventati? La filosofia può accompagnarci per mano nel travaglio del salto d'epoca. Per non accontentarci del cattivo presente. Per scansare il frutto avvelenato del rancore e non cadere nella trappola della nostalgia. Per continuare a sognare a occhi aperti. Dopo gli studi in Filosofia a Roma, Valerii si è dedicato alla ricerca sociale, economica e territoriale. Al Censis è stato anche responsabile della comunicazione. E' il curatore dell'annuale Rapporto sulla situazione sociale del Paese, considerato uno dei più qualificati e completi strumenti di interpretazione della realtà socio-economica italiana. Da qui è emersa la definizione di “società del rancore”, diventata una chiave di lettura ripresa da tutti i mezzi di informazione e penetrata nel dibattito pubblico.
(© 9Colonne - citare la fonte)