Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La vita controcorrente
di Cristina di Belgioioso

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

La vita controcorrente <br> di Cristina di Belgioioso

LIBRI, VERCESI RACCONTA LA VITA CONTROCORRENTE DI CRISTINA DI BELGIOIOSO

“La prima donna d’Italia” la definì Carlo Cattaneo, ma il gesuita e reazionario Antonio Bresciani parlò di una “spilungona di principessa ch’era un sacco d’ossa animato dalle furie repubblicane”. E Alessandro Manzoni, scandalizzato, affermava: “Con la mania di quella signora di diffondere l’istruzione ne’ suoi contadini, quando saranno tutti dotti, a chi toccherà coltivare la terra?”. Cristina Trivulzio di Belgioioso, come scrive Pier Luigi Vercesi che a lei ha dedicato un libro a 150 anni dalla morte, sapeva “suscitare solo passioni estreme: odi o amori. La sua casta non le perdonava di essere comprensiva con gli umili e intransigente con i potenti; i compatrioti l’accusavano di circondarsi di pochi amici per i quali mostrava un trasporto quasi infantile, mentre con gli altri, gli approfittatori, era aspra. Ma dopo le prime traumatiche esperienze dell’esilio, la Belgioioso non si lasciò più turbare dalle calunnie. Proseguì per la sua strada, altera e sprezzante, fomentando così ulteriori asti e sciogliendo le briglie alle ricostruzioni da feuilleton. In quel groviglio di vipere e di eroi che fu il Risorgimento italiano, di aspirazioni liberali ma solo per gli uomini, era congeniale alla narrazione dei posteri che il ruolo femminile non si discostasse dall’alcova e dalla dipendenza maschile. L’autore di “La donna che decise il suo destino. Vita controcorrente di Cristina di Belgioioso” (Neri Pozza editore) spiega: “Perché scrivere una biografia di Cristina di Belgioioso? Ricorrono i 150 anni dalla morte, è stata posta una sua statua a Milano, la prima dedicata a una donna nella città. Molti – aggiunge Vercesi, inviato speciale per il Corriere della Sera, autore di libri e documentari di storia -  forse sanno già che era molto bella, amata e desiderata da intellettuali, scrittori, musicisti ma non tutti sanno che Cristina fosse uno dei grandi pensatori del Risorgimento italiano. In questo la sua figura è stata sempre sottovalutata, come accaduto per tutte le donne del Risorgimento, ma già negli anni trenta aveva elaborato il suo pensiero, l’unico corretto per arrivare all’unità, vale a dire che prima di farla occorreva fare gli italiani. Era molto sensibile alla questione sociale – sottolinea l’autore - sostenendo negli anni trenta che per convincere il popolo a fare la rivoluzione occorreva che si facessero crescere culturalmente i contadini. Infatti appena poté tornare in Italia, dopo dieci anni di esilio a Parigi, cominciò a costruire scuole, ospedali, ricoveri per i suoi contadini nelle terre a sud di  Milano”. Vercesi mette poi in luce come Cristina fosse "uno spirito molto combattivo: nella Milano delle Cinque Giornate aveva fondato un giornale, ‘Il Crociato’, sulle cui pagine criticò gli aristocratici che erano al governo e che invece di occuparsi del popolo e del futuro dell’Italia si preoccupavano soprattutto di mantenere i privilegi. L’anno successivo era a Roma e durante la Repubblica Romana del 1849 organizzò, prima al mondo, quella che poi sarebbe stata la Croce rossa internazionale: gli inglesi l’attribuirono cinque anni dopo a Florence Nightingale nella guerra di Crimea, ma l’idea e la struttura essenziale si devono proprio a Cristina”. Tanti gli aspetti attuali nella figura della Belgioioso: “Cristina fu la prima a denunciare il femminicidio – afferma l’autore di ‘La donna che decise il suo destino’ - negli ultimi anni della sua vita, quando aveva costituito una specie di comune sociale, una fattoria in Cappadocia: la tata di sua figlia, un’inglese, veniva picchiata dal suo fidanzato. Lei le disse di lasciarlo, ma la tata rispose: “Lo farei pure, ma lui mi ammazza se lo lascio’”. Allora Cristina chiamò questo personaggio e gli disse che non doveva più azzardarsi ad alzare le mani. L’uomo la pugnalò cinque volte, portandola quasi in fin di vita. Cristina lo cacciò e per prima denunciò quello che nessuno voleva vedere, ovvero che gli uomini picchiavano le donne. Negli ultimi si occupò esplicitamente della questione femminile, che prima non aveva mai toccato essendosi sempre comportata come se tra donne e uomini non ci fossero distinzioni. Quando se ne occupò – mette in luce infine Vercesi - concluse l’articolo per la Nuova Antologia con queste parole che ho riportato nella quarta di copertina del libro: ‘ Vogliano le donne felici e onorate dei tempi a venire rivolgere il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro aprirono e prepararono la via alla mai goduta, forse appena sognata felicità”. (PO / Roc)

 

DA SCAMPIA A “PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI” IL NUOVO LIBRO DI JACOPO FO

Sarà presentato domani a Roma alle 16:45 presso la Sala Antares de “La Nuvola” nell’ambito di “Più Libri più liberi” il nuovo libro di Jacopo Fo: “Ho 14 anni e non sono una stronza” edito dalla Marotta&Cafiero Editori. Con l’autore dialogherà il direttore editoriale della casa editrice di Scampia, Rosario Esposito La Rossa, con letture a cura di Vincenzo Cassone. A moderare lo scugnizzo Luca Arenella.  “Ho 14 anni e non sono una stronza” è un romanzo di formazione, ironico e spietato, sull’adolescenza, ribelle e sincera verso un mondo adulto preso a schiaffi da una quattordicenne e dalla sua comitiva. “Gli stronzi siete voi. Al massimo posso aver fatto un po’ di casino, ma non è colpa mia se il mondo è così. Quando sono nata era già una merda. E non credo proprio di aver peggiorato la situazione”. “Qui si racconta di com’è avere 14 anni, quando ti affacci alla vita e scopri che è un casino incomprensibile. Gli adulti sono incomprensibili, insensibili; e si sono completamente dimenticati di come erano a 14 anni”, dichiara Jacopo Fo. “Un libro scritto dalla parte delle ragazze e dei ragazzi. Perché non ho mai potuto dire alle mie figlie: 'Io alla tua età non mi comportavo così male…' perché io alla loro età ero giovane, brufoloso, gracile, spaventato e confuso - ricorda Fo -. Le ragazze mi schifavano e avevo la passione di mettermi nei guai; poi arrivava la polizia e mi portava via. E mio padre doveva venire a riprendermi in questura. Poi ho iniziato a scrivere”. “Un affresco potente che Jacopo Fo regala alla nostra casa editrice e alla Scugnizzeria - dichiara il direttore editoriale della Marotta&Cafiero, Rosario Esposito La Rossa - che ai giovani adolescenti ribelli e sfacciati è abituata e ne vede passare un bel po’ tutti i giorni”. “Jacopo Fo accende un riflettore importante su una fase della vita per molti versi incompresa, e le colpe non sono quasi mai dei ragazzi”, aggiunge. Il titolo fa parte della collana “Zanzare”, che raccoglie libri pungenti, libri d'inchiesta, scomodi e controcorrente.

 

MARCO BIANCHI, “VIAGGIO NEL CORPO UMANO TRA SCIENZE E RICETTE”

È disponibile in tutte le librerie e store digitali “Viaggio nel corpo umano tra scienza e ricette” (HarperCollins, 18.90 euro, 192 pagine, https://www.harpercollins.it/marco_bianchi_viaggio/), il nuovo libro di Marco Bianchi, che torna con questo nuovo volume ad esplorare il rapporto tra salute e corretta alimentazione. Con “Viaggio nel corpo umano tra scienza e ricette”, il food mentor e divulgatore scientifico si pone l’obiettivo di spiegare con oltre 70 ricette quali siano gli alimenti, le combinazioni, gli abbinamenti e le ricette utili a migliorare la funzionalità del nostro corpo e di specifici organi in particolare, oltre che a evitare l’insorgenza di determinate patologie. Protagonisti di “Viaggio nel corpo umano tra scienza e ricette” saranno infatti sette organi principali, raccontati come mai prima d’ora: il cervello, il cuore, lo stomaco e l’esofago, l’intestino, le ossa e la cartilagine, l’apparato urinario e sessuale e la pelle. Il libro porta avanti quella che da sempre è la mission di Marco Bianchi sui social, in tv e in libreria, di illustrare il rapporto tra funzionalità e prevenzione, tra salute e benessere a tavola con interesse, intelligenza, passione e praticità. Consigli pratici e ricette salutari che non rinunciano al gusto, raccontati con il sorriso e la semplicità che da sempre contraddistinguono lo stile di Marco Bianchi. Marco Bianchi è un food mentor e divulgatore scientifico, autore di diversi libri e conduttore. Diplomato come Tecnico di Ricerca Biochimica presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha iniziato a lavorare all’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano. L’incontro più importante della sua vita professionale è stato nel 2008 con Umberto Veronesi e la sua Fondazione, con cui collabora da anni come divulgatore scientifico. E siccome ha sempre amato cucinare, il passo tra la scienza e la cucina è stato breve. Ha pubblicato molti libri, gira l’Italia per presentare i suoi progetti di divulgazione e intrattenimento e sostiene campagne di sensibilizzazione su temi a lui molto cari. In televisione ha partecipato a Geo & Geo, Detto Fatto, La prova del cuoco ed È sempre mezzogiorno, ha presentato per Fox Life tre docu-reality dedicati alla rieducazione verso una sana alimentazione di adulti e bambini in sovrappeso, ha condotto per Food Network le trasmissioni La mia cucina delle emozioni e Il gusto della felicità e per Rai1 Linea Verde Estate.  È ospite fisso di Buongiorno benessere, sempre su Rai1. Con HarperCollins ha pubblicato Cucinare è un atto d’amore, La mia cucina delle emozioni, Il gusto della felicità, La nostra salute a tavola e Cucinare insieme è un gioco buonissimo.

 

“MOSAICO DI VOCI”: STORIE DI RINASCITA E SPERANZA RACCONTATE DA GOFFREDO PALMERINI

Fresco di stampa il volume “Mosaico di Voci – Storie di rinascita e di speranza”, l’undicesimo libro di Goffredo Palmerini, uscito con le Edizioni One Group. Sarà presentato a L’Aquila martedì 7 dicembre, alle ore 17, presso l’auditorium ANCE (viale Alcide De Gasperi, 60), con interventi di Liliana Biondi (saggista e critica letteraria, già docente di Letterature comparate presso l’Università dell’Aquila), Gianfranco Giustizieri (scrittore e critico), Francesca Pompa (presidente One Group) e dell’autore. Condurrà l’evento Angelo De Nicola, giornalista e scrittore. Il volume ha una preziosa veste grafica, 376 pagine di storie di vita all’estero, racconti di viaggio, fatti significativi ed eventi culturali, testimonianze di personaggi che ovunque nel mondo rendono onore all’Italia. Un libro denso di speranza, coraggio, fiducia nel futuro e nella rinascita del Paese, dopo i tempi drammatici della pandemia, coinvolgente, bello da leggere e da regalare per i suoi contenuti e per il prezioso apparato di splendide immagini in bianco e nero. Il libro reca la presentazione di Francesca La Marca, nata a Toronto, eletta Deputata nella Circoscrizione Estero e al suo secondo mandato nel Parlamento italiano, e la Prefazione di Liliana Biondi.

 

“DEMONI, VENTI E DRAGHI”: COME L’UOMO HA IMPARATO A VINCERE I CATACLISMI

Nel 1300 il mondo venne attraversato da una serie di eventi naturali drammatici e devastanti: pestilenze, inondazioni, piccole glaciazioni, carestie. Eppure le tre grandi civiltà del tempo, quella europea, quella islamica e quella cinese, seppero costruire dei veri e propri ‘paesaggi adattativi’ per affrontare le sfide del momento. “Demoni, venti e draghi. Come l'uomo ha imparato a vincere catastrofi e cataclismi” di Amedeo Feniello è un libro che ci conduce alla riscoperta di una grande lezione dimenticata che ci viene dal passato. Nel XIV secolo, al finire del nostro Medioevo, l’intero pianeta venne scosso da una serie di shock violentissimi: epidemie, catastrofi ambientali e cambiamenti climatici. Improvvisamente fu come se demoni, venti e draghi si scatenassero assieme per punire l’orgoglio dell’uomo. Dalla Cina fino all’Europa si diffuse la peste nera, un’epidemia che sembrava annunciare l’apocalisse, accompagnata com’era da furiose inondazioni e giganteschi sciami di cavallette. Da un capo all’altro dell’Eurasia si avvertirono le conseguenze di un improvviso mutamento delle temperature e l’inizio di quella che viene chiamata ‘piccola glaciazione’. Eppure l’uomo seppe reagire al trauma di questi eventi drammatici. Piano piano emersero dei veri e propri ‘paesaggi adattativi’, nuove forme di organizzazione sociale, politica ed economica che lanciarono il mondo verso una fase nuova. Una lezione, affascinante, che ci viene dal passato e che ha molto da insegnarci oggi. L’autore insegna Storia medievale al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila. Per Laterza ha collaborato alla Storia mondiale dell’Italia (a cura di Andrea Giardina, 2017) e al libro di Paolo Ferri, Il cacciatore di comete. Diario di un’avventura nello spazio profondo (2020) ed è autore, tra l’altro, di Sotto il segno del leone. Storia dell’Italia musulmana (2011), Dalle lacrime di Sybille. Storia degli uomini che inventarono la banca (2013), Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (con A. Vanoli, 2018), Storia del mondo. Dall’anno 1000 ai giorni nostri (con F. Canale Cama e L. Mascilli Migliorini, 2019) e I nemici degli Italiani (2020).

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