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Amatulli (Pd): dai giovani alle donne, il mio impegno per gli italiani all’estero

Amatulli (Pd): dai giovani alle donne, il mio impegno per gli italiani all’estero

Antonio Amatulli ha 39 anni e vive in Sudafrica dal 2013, è presidente del Comitato Dante Alighieri di Durban dal 2020, anno in cui ha fondato anche il Circolo PD Sudafrica “Dina Forti” insieme ad altri sostenitori. Ed è proprio con il Partito democratico che ha scelto di candidarsi alle elezioni del 25 settembre, nella Circoscrizione Estero, ripartizione Asia, Africa, Oceania e Antartide. “Sin dall'inizio della mia collaborazione con il comitato Dante Alighieri, mi sono adoperato affinché la sede aumentasse la propria visibilità sul territorio, creando sinergie e partnership con importanti enti pubblici e privati – racconta Amatulli a 9colonne -. E grazie a progetti speciali cofinanziati dal MAECI, inoltre, al fine di conquistare il ceto medio sudafricano del futuro, siamo stati in grado di offrire l’insegnamento dell'italiano gratuitamente a tutte le scuole pubbliche della città interessate. Un progetto molto ambizioso che coinvolge i molti docenti neolaureati italiani che hanno raggiunto il nostro comitato negli ultimi anni”.

Com’è maturata la decisione di candidarsi con il Pd alle prossime elezioni?
“Nel 2020, assieme ad altri sostenitori, abbiamo fondato Il Circolo PD Sudafrica “Dina Forti”, primo movimento politico fondato in Sudafrica che con i suoi iscritti, esponenti di diversi settori del tessuto sociale e produttivo del Paese, si è da subito posto l’obiettivo di come rappresentare al meglio la comunità italo-sudafricana e di migliorare la qualità di vita dei suoi esponenti. E, poi, di essere uno strumento nuovo e fondamentale per un approccio ai problemi più largo, che tenga anche conto della crescita della mobilità internazionale e del conseguente allargamento della presenza italiana nel Paese, sempre più variegata nella composizione e nei suoi bisogni. Ecco che, con tutti i membri del circolo, abbiamo dato inizio ad un grande lavoro sul territorio, che poi ha portato alla mia proposta di candidatura. E, a proposito, vorrei ringraziare sia tutti gli iscritti che hanno creduto in me, sia il Partito Democratico che mi ha offerto questa possibilità”.

Quali sono le problematiche più sentite tra le comunità italiane all’estero?
“Innanzitutto vorrei sottolineare come dalle antiche associazioni di sostegno a quelle più recenti di tipo imprenditoriale, la realtà delle comunità italiane all'estero è tutt’altro che in crisi, anzi in continuo fermento ed evoluzione. Se parliamo di italiani emigrati, molto spesso dobbiamo parlare di lavoro, integrazione, cooperazione e sviluppo. E di dignità e futuro. Se veniamo ai problemi, ce ne sono moltissimi. E tutte le comunità italiane all’estero, di qualunque Paese, sono oggi investite dalle stesse difficoltà. Allora, la mia candidatura nasce essenzialmente da due fattori: tentare di offrire il mio contributo affinché questi problemi siano messi finalmente al centro del dibattito politico e programmatico di tutta la ripartizione Asia, Africa, Oceania e Antartide”.

Quali gli impegni su cui si concentrerà se venisse eletto?
“Un Paese moderno, o che vuole essere tale, non può dimenticarsi di nessuno. La situazione di molti nostri connazionali anziani che gravano in condizioni di difficoltà economica credo non possa più essere ignorata. Quello che propongo è, innanzitutto, una semplificazione delle modalità di accoglimento della richiesta di riscatto degli anni lavorativi. Sappiamo che a volte tale procedura è molto complicata, anche per le difficoltà di reperimento della documentazione. E poi credo sia opportuno riprendere il discorso della proposta di legge avanzata tra gli altri da Marco Fedi, parlamentare eletto più volte all’estero in passato. Offrire un assegno di solidarietà mensile a tutela dei cittadini italiani all'estero che versano in condizione di indigenza sarebbe giusto. Così come pure credo sarebbe opportuno e urgente, creare un Ente di Previdenza e Assistenza che, sul modello di quanto avviene per altri enti multi-categoriali italiani, possa fornire aiuti economici e sussidi per le spese di ricovero in case di riposo per anziani, malati cronici e per portatori di handicap e invalidi.
Per i giovani e le imprese, invece, c’è da dire subito che è anche grazie ai loro sacrifici che il marchio Italia continua a farsi strada nel mondo. E non credo, poi, che sarebbe difficile fare qualcosa in più per loro nell’immediato. Se ad esempio istituissimo un fondo o ente senza scopo di lucro, operante nella nostra ripartizione, che rendesse possibile per gli studenti universitari di cittadinanza italiana nati all'estero, l'erogazione di almeno 200 borse di studio annuali a copertura della frequenza dei corsi di laurea universitari in Italia, questo rafforzerebbe immediatamente i legami delle seconde e terze generazioni con l’Italia, rapporto che, se non coltivato, è destinato ad affievolirsi e inevitabilmente.
Per le imprese, invece, nell’erogazione degli aiuti economici, purtroppo si distingue tra quelle italiane e quelle di italiani ma che sono registrate all’estero. E questo credo sia sbagliato. Offrire anche a questi ultimi accesso al credito, con prestiti fino a € 25.000,00, sarebbe sacrosanto per quanto di buono questi fanno nel mondo per dare lustro all’Italia.
Quanto alle donne, infine, il mio programma propone un assegno unico universale che possa essere esteso anche alle mamme italiane residenti all’estero. Stanziare loro un sussidio, un importo calcolato tenendo conto del numero dei figli a carico. Ad esempio almeno 50 euro mensili per figlio, se il reddito percepito nel Paese estero di residenza raggiunge i 40.000 euro annui. Oppure, se è inferiore a 15mila euro, questo potrebbe essere di 175 euro mensili per figlio.(red - 26 ago)

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