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direttore Paolo Pagliaro

PD, DE LUCA: BONACCINI
IL PIU’ “STRUTTURATO”

“Si è aperta questa nuova discussione sull’autonomia differenziata, in un clima meno ideologico rispetto qualche anno fa, ma in un clima di permanente confusione e pericolosità”. Così il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3.   “Io credo che dobbiamo partire da un’operazione di verità per quanto riguarda il rapporto con il Sud. Il tema dell’autonomia ha una doppia componente, quella che riguarda lo Stato italiano, la necessità di modernizzare il nostro Paese, di semplificare le Istituzioni, ma riguarda molto anche il rapporto fra Nord e Sud del nostro Paese. Partiamo dal Nord e dal Sud. Credo che dobbiamo fare un’operazione verità. Io partirei da un presupposto, quando avviamo questa discussione: il tema del Sud non può essere un tema di contabilità, il tema del Sud è una tema di scelta ideale del nostro Paese. C’è stato un tempo nel quale i giovani e gli intellettuali del Nord consideravano una ragione di vita la battaglia per l’unità d’Italia. In questo momento stiamo festeggiando Bergamo e Brescia capitali della Cultura in Italia. Bergamo è stata la città dei Mille, Brescia la Leonessa d’Italia, Milano le Cinque Giornate con 400 morti per l’unità d’Italia. C’era una motivazione ideale. Trent’anni fa in Germania c’è stato un problema analogo. Dopo la caduta del Muro di Berlino c’era una divaricazione totale di sviluppo fra Est e Ovest, fra Germania Occidentale ed ex comunista. La classe dirigente tedesca ha avuto la forza ideale di porsi il problema dell’unità nazionale. In trent’anni la Germania ha risolto il problema, noi in un secolo e mezzo no”.

Sulle disparità e i problemi del Sud: “Se vogliamo avere credibilità nel Sud per fare la battaglia per la difesa del Mezzogiorno, dobbiamo avere le carte in regola, dobbiamo liberarci di ogni residuo di clientela, di cialtroneria politica, dobbiamo imparare ad approvare i bilanci in maniera corretta, dobbiamo essere pronti ad accettare la sfida dell’efficienza. La Campania è pronta ad accettare questa sfida nei confronti di chiunque. Detto questo dobbiamo fare un’operazione verità e liberarci di alcuni luoghi comuni che ancora circolano. Il principale è che il Sud è destinatario di una valanga di risorse pubbliche: questo è un falso clamoroso. Per quanto riguarda la spesa pubblica allargata, al Nord arrivano 17.000 euro pro capite, al Sud 13.000 euro pro capite, in Campania 12.000 euro pro capite. Se volessimo avere in Campania lo stesso livello di spesa pubblica che si ha nel Centro-Nord, dovremmo avere ogni anno 30 miliardi di euro in più. Aggiungo che in questi anni si sono determinati altri problemi drammatici. È ripartita l’immigrazione nord-sud, stiamo perdendo i giovani laureati, non i braccianti e manovali, abbiamo un fenomeno di denatalità che per la prima volta registriamo al Sud, perdiamo nascite e abbiamo un livello di reddito di 33.000 euro per un cittadino al centro Nord contro i 18.000 euro per il cittadino del Sud. Abbiamo cioè un problema di una dimensione drammatica. O abbiamo la spinta ideale per capire che l’unità d’Italia è una priorità per tutti, ma è anche una necessità perché se abbiamo un terzo dell’Italia che viaggia verso il degrado e il sottosviluppo, anche il resto dell’Italia non conterà più nulla sulla scena mondiale”.

Sull’Autonomia Differenziata: “Io credo che se avrà al suo interno le contraddizioni che ancora ha al suo interno, non faranno neanche un passo in avanti e ogni caso faremo una mobilitazione straordinaria. Si dice che l’autonomia differenziata si fa a costo zero: è una frottola ovviamente. Con i dati che vi ho detto, come si fa? Abbiamo bisogno di trovare risorse aggiuntive per gli investimenti nel Sud. Secondo, rimane un equivoco sul residuo fiscale, cioè in qualche modo si dice che quella parte del flusso fiscale che matura in una Regione, in larga parte deve rimanere in quella Regione. Questo significa rompere l’unità d’Italia. Un passo avanti c’è stato: Calderoli dice di definire prima i livelli essenziali di prestazione. Si definisce il ventaglio di servizi e di prestazioni sociali che devono essere garantiti in maniera uniforme a tutti cittadini italiani. Prendiamoci sei mesi per valutarli. Per quale motivo non utilizziamo questi sei mesi per fare un’altra operazione a leggi invariate, a Costituzione invariata, cioè perché non facciamo la cosa che interessa davvero le imprese e i cittadini, cioè un’operazione di burocrazia zero? Ai cittadini italiani non interessa sapere chi ha il potere, se lo Stato o la Regione. Interessa avere una sburocratizzazione radicale perché l’Italia muore di burocratismo. Io ho avanzato questa proposta: iniziamo a sburocratizzare il rapporto con le soprintendenze, con i pareri ambientali, facciamo in modo che le opere pubbliche di rilievo regionale siano di competenza regionale. Cioè evitiamo quelle strettoie che paralizzano l’attività amministrativa e imprenditoriale. Utilizziamo questi sei mesi, poi una volta definitivi i livelli essenziali ci aggiorniamo”.

Sulle proposte della differenziazione del reddito dei dipendenti pubblici in base alla regione di residenza: “L’unica cosa reale che c’è in questa considerazione è che dobbiamo aumentare di un terzo perlomeno gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico, perché sono vergognosamente bassi. Per il resto la battuta del Ministro è francamente sgangherata e priva di significato. Un’altra battuta propriamente propagandistica. Vediamo in concreto che cosa può significare questa cosa: a Milano c’è il costo della vita che è superiore a una Regione o un territorio Sud. Però già in una Regione il costo della vita è diverso da Provincia a Provincia. Chi lo calcola? Poi ovviamente si pone il problema per tutti i dipendenti pubblici, ma anche privati. Quindi dobbiamo reintrodurre le gabbie salariali. Dopodiché c’è un problema di sostanza: è vero che c’è un costo della vita più alto, ma il livello di reddito fra Nord e Sud è quello che ho detto prima, cioè la ricchezza che c’è al Nord non c’è al Sud. Dopodiché in una famiglia al Nord magari lavorano quattro persone, al Sud una sola se va bene. La questione va risolta aumentando gli stipendi ai dipendenti della Scuola e promuovendo lo sviluppo del Sud, non cristallizzando le situazioni di divario sociale”.

Su quanto pesa la criminalità organizzata sulle difficoltà del Sud: “Pesa, sarebbe sbagliato dire che non pesa. Mi permetto però di dire che non è l’elemento decisivo. Gli elementi decisivi sono i flussi finanziari, che sono decisamente insufficienti, la palude burocratica che rende sostanzialmente impossibile investire nel nostro Paese e anche la carenza di personale, i limiti della pubblica amministrazione che sono diventati drammatici. Su Matteo Messina Denaro, io eviterei di perderci nella cronaca quotidiana, perché ogni giornata che passa apprendiamo cose che sono un po’ imbarazzanti. Ci stanno informando adesso che viveva tranquillamente nel suo paese o nei paesi vicini, andava a fare tranquillamente la spesa, andava tranquillamente al bar, andava a giocare a 3 7 con i suoi amici d'infanzia, faceva pure qualche attività gradevole di vario tipo…”.

Sulla sua candidatura per un terzo mandato come Presidente della Campania: “Su questo, io sono sulla linea Zaia. Zaia sta esercitando il terzo mandato nella pace generale, nessuno ha avuto assolutamente nulla da ridire. Questa è un’altra grande idiozia con la quale in Italia abbiamo voglia di perdere tempo, un altro elemento di retorica pseudo democratica. La motivazione è che quando si sta troppo al potere si creano posizioni di monopolio. La storia ci dice esattamente il contrario, che chi governa dopo un anno viene mandato a casa in Italia. È capitato a Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2 e a Draghi. È una grande stupidaggine. Partiamo dalle cose concrete, può essere troppo anche un anno, come può essere necessario stare qualche anno in più per grandi programmi di trasformazione. In ogni caso la cosa principale è dare la parola ai cittadini”.

Sulle prossime Primarie del PD: “Su questo dobbiamo essere caritatevoli. Un Partito vive se riesce a trasmettere valori ed entusiasmi collettivi o se fa battaglie che servono a migliorare la condizione di vita e di lavoro delle famiglie e delle Imprese. Se non fa né l’una né l'altra cosa è un Partito inutile. Noi siamo obbligati a pensare che una democrazia è forte e viva se vi è anche un’Opposizione forte, viva e autorevole. Dunque siamo obbligati a essere speranzosi che il PD esca dalla sua palude. Voterò. Abbiamo quattro candidati, a me pare che quello un po’ più strutturato sia Stefano Bonaccini. Per lui come per gli altri candidati vale la prova dei fatti: quello che succede dopo il congresso. A Bonaccini farei solo una raccomandazione estetica: di farsi una spuntatina alla barba, di togliersi la pochette dalla tasca della giacca e gli occhiali a goccia. Quelli sono una parabola per le onde gravitazionali. Però non possiamo adesso cercare il pelo nell’uovo…”.

Sul Napoli: “Dalle nostre parti non bisogna anticipare. Però per la qualità del gioco che esprime oggi il Napoli mi pare che abbia meritato, strameritato il primato che ha nel calcio italiano”. (30 gen – red)

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