"LA LUCE DELLE STELLE”, IL PRIMO GIALLO DI LICIA TROISI
In uscita per Marsilio “La luce delle stelle” di Licia Troisi. Una sera uguale alle altre, in uno sperduto osservatorio astronomico. La luce delle stelle illumina, ma non abbastanza, la piccola comunità di scienziati residenti che si trova alle prese prima con un black-out, forse un sabotaggio, e poi con un cadavere trovato nella sala comune, forse un assassinio: la vittima potrebbe essere caduta da una balaustra, o essere stata spinta. L’osservatorio è isolato, i telefoni sono muti, i cellulari non prendono, i copertoni delle automobili sono stati tagliati e la città più vicina, se si riesce ad attraversare il deserto, si trova a due ore di macchina. Come in una macabra barzelletta, due italiani – Gabriele, che ha appena finito il dottorato, e Pinetta, che ancora lo sta finendo –, un’americana – Samantha, star dell’astrofisica mondiale –, un inglese – Matt, pettegolo come una suocera – e una sudamericana – Mariela, medico dell’osservatorio – si trovano a dover valutare l’ipotesi che l’omicida o il sabotatore sia non solo tra loro, ma uno di loro. Essendo scienziati, però, sanno che, date le ipotesi, per giungere alla tesi non c’è che da tessere un ragionamento. Sarà Gabriele, lettore di gialli e abile astrofisico, capace di empatizzare anche con gli assassini, a trovare il bandolo dei delitti che, come tutta la sua vita, è scritto nelle stelle. Licia Troisi, alla sua prima prova da giallista, dà vita – tra Sherlock Holmes e Poirot – a una storia che racconta quanto studiare fisica sia una scuola naturale per risolvere casi complicati, e dimostra quanto mancava uno scienziato investigatore alla nostra narrativa. Nata a Roma nel 1980, è l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del Mondo Emerso, della Ragazza Drago e dei Regni di Nashira. Laureata con una tesi sulle galassie nane, ha collaborato con l’Università di Roma Tor Vergata come astrofisica. Questo è il suo primo romanzo giallo.
L’AMBIENTALISMO POSSIBILE” DI BRUSCINO E POSTIGLIONE
È in libreria “L’ambientalismo possibile. Green Deal, PNRR e transizione energetica: la grande trasformazione dell'Italia del futuro” per Historica Edizioni - Giubilei Regnani, scritto dall’imprenditore e saggista Angelo Bruscino e dal giornalista Alessio Postiglione, già vincitori del Premio Milano International nel 2019. Nel nuovo libro, gli autori spiegano i rischi del depauperamento ambientale, l’economia circolare, i paradigmi energetici e le variabili geopolitiche, ci raccontano le sfide della transizione energetica, analizzando nel dettaglio le politiche pubbliche che si stanno realizzando per favorire la decarbonizzazione. La transizione energetica è infatti centrale per il futuro del pianeta. Una nuova alleanza fra economia ed ecologia è possibile, per tenere insieme sviluppo e sostenibilità ambientale, sociale ed economica. “Per salvare l’ambiente da un’economia antiambientale, ma anche per preservare l’economia da un ambientalismo antieconomico”.
Gli autori cercano di fare luce sulle trasformazioni sociali in atto, ammonendo circa i rischi di un ambientalismo ideologico, radicale e anti industriale, che si fa strada in Occidente. Un ambientalismo delle “Ztl”, da “decrescita felice”, che, lungi dal proteggere l’ambiente, rischia solo di indebolire l’Occidente e renderlo subalterno a quei Paesi che inquinano e utilizzano le terre rare, necessarie alla transizione energetica, come armi di una guerra non convenzionale. Per vincere le sfide della geopolitica, invece, serve un ambientalismo pragmatico e possibile, a sostegno dell’economia, e che non si proponga come freno allo sviluppo.
GLI AUTORI. Angelo Bruscino, imprenditore e saggista, socio e dirigente di aziende della green economy, ex Presidente Nazionale Giovani di CONFAPI, è Presidente di Confidi Pmi Campania. Scrive per l’Huffington Post ed è cultore della materia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Napolitano. Ha vinto il premio Milano International per “Popolo e populismo", scritto con Alessio Postiglione, nel 2019. Alessio Postiglione, giornalista professionista, direttore del Master in Communications della Rome Business School, insegna in SIOI e alla 24Ore Business School, è addetto stampa dell’Assessore alla Cultura della Regione Lazio e valutatore dei Postdoctoral Fellowships della Commissione Europea. E’ stato capo ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio, addetto stampa al Ministero dei Beni Culturali, al Parlamento europeo e del sindaco di Napoli de Magistris. Cavaliere dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana, ha vinto la menzione particolare del 56esimo Premio letterario e giornalistico del CONI per “Calcio e geopolitica”.
“I POETI MALEDETTI” DI PAUL VERLAINE, CON PREFAZIONE DI MORGAN
“I poeti maledetti” di Paul Verlaine (nato a Metz nel 1844 e morto a Parigi nel 1896) è il libro che apre la stagione all’inferno della poesia francese ed europea. L’opera che ha rivelato un modo di scrivere nuovo, al di fuori di ogni canone, rimanendo fedeli soltanto alla propria ambizione, alla propria immaginazione, al proprio talento. In uscita il 12 gennaio per Il Saggiatore una nuova edizione, con la prefazione di Morgan e la traduzione di Claudio Rendina. Quando, nel 1884, Paul Verlaine pubblicò questa raccolta, lo scandalo fu enorme. Era un’antologia rigorosa e sfuggente, che osava trattare con serietà quelle che allora apparivano come le voci più anomale, stridenti e sovversive in circolazione: Rimbaud, l’enfant prodige venuto dagli inferi; Mallarmé, il maestro visionario della poesia simbolista; Corbière, lo sdegnoso per eccellenza; Desbordes-Valmore, la musa drammatica e suprema; Villiers de L’Isle-Adam, il genio macabro e sconsacrato; e il misterioso Pauvre Lelian, sotto il cui anagramma si era nascosto lo stesso Verlaine. Abbandonati ancora giovani dalla vita, perseguitati da una sorte malinconica, spesso in preda alle convulsioni della droga e dell’odio verso i contemporanei, i sei ‘poeti maledetti’ hanno incarnato la tensione più sconvolgente della letteratura occidentale. Allo stesso tempo, però, i maudits furono scrittori impareggiabili, artigiani millimetrici della parola oscura, sabotatori della norma e della tradizione per mezzo non soltanto dell’ebbrezza e dell’abiezione, ma di una fecondità e intransigenza stilistica senza eguali: astri di un firmamento divorato dall’Assoluto ma per sempre luminosi ai nostri occhi, se a più di un secolo di distanza tentiamo ancora di indagarne le profondità e forse, talvolta, ci illudiamo di comprenderne le tragiche urgenze.
EMILIO PADOA-SCHIOPPA, STORIA ECOLOGICA DELL’EUROPA
Emilio Padoa-Schioppa propone per Il Mulino “Storia ecologica dell'Europa. Un continente nell'Antropocene”. Possiamo pensare di arrivare a economie decarbonizzate e circolari, in una parola sostenibili, senza aver compreso la storia ecologica dei luoghi nei quali viviamo? Definire l’Europa è un’impresa scivolosa. La sua diversità, la storia evolutiva e i confini mutevoli rendono il luogo quasi proteiforme. Eppure, paradossalmente, è immediatamente riconoscibile, con i suoi caratteristici paesaggi umani, le foreste un tempo grandiose, le coste mediterranee e i panorami alpini. Questo libro non vuole essere un racconto cronologico degli eventi naturali che si sono succeduti, ma illustra scenari ed eventi emblematici che ci aiuteranno a descrivere il rapporto uomo/ambiente, evidenziando come l’insieme delle trasformazioni avvenute in Europa abbia contribuito a porre le basi per portare il pianeta Terra nell’attuale epoca dell’Antropocene. Emilio Padoa-Schioppa insegna Ecologia del paesaggio, Biologia e Didattica della biologia nell’Università di Milano-Bicocca, dove ha contribuito a fondare l’Unità di ricerca di ecologia del paesaggio. Con il Mulino ha pubblicato «Antropocene. Una nuova epoca per la Terra, una sfida per l’umanità» (2021).
“IL DIRITTO MITE” DI GUSTAVO ZAGREBELSKY, NUOVA EDIZIONE
In uscita il 9 gennaio per Einaudi la nuova edizione del saggio “Il diritto mite. Legge diritti giustizia” di Gustavo Zagrebelsky. La prima edizione di questo libro risale a trent'anni fa. Oggi si propone una nuova edizione corredata da un'Introduzione dove si cerca di rispondere alle critiche suscitate dalla novità controcorrente della tesi sostenuta. Questa è la tesi: chi maneggia il diritto sa che ciò che è davvero fondamentale sta non nella Babele dei codici, delle leggi, dei regolamenti, ma nelle concezioni della giustizia, in cui il diritto è immerso. I giuristi consapevoli della funzione sociale del diritto non possono ignorare queste radici complicate della loro professione. Il “diritto mite” è una proposta di apertura culturale indirizzata a loro. Ripercorrendo la storia europea fino allo Stato costituzionale di oggi, il libro mostra come le norme di diritto non possano piú essere espressione di interessi di parte né formule imposte e subite. L’autorità della legge, infatti, come mostrano tanti esempi in materie che toccano la vita di tutti, entra in contatto con i casi della vita, illuminati dai principî di libertà e di giustizia. L’applicazione della legge da parte dei giudici è oggi ben altro compito che quello di semplici “bocche della legge”. Gustavo Zagrebelsky è nato a San Germano Chisone nel 1943 ed è professore emerito di Diritto costituzionale all'Università di Torino. Fra le sue numerose pubblicazioni einaudiane, Il diritto mite (1992 e, in una nuova edizione, 2024), Imparare democrazia (2007), Sulla lingua del tempo presente (2010), Giuda (2011), Simboli al potere (2012), Fondata sulla cultura (2014), Liberi servi (2015), Senza adulti (2016), Diritti per forza (2017), Diritto allo specchio (2018), La Giustizia come professione (2021), La lezione (2022). (Roc)
“LE FORME DEL TEMPO” DI CALVINO SECONDO ROBERTO DEIDIER
Roberto Deidier pubblica con Sellerio “Le forme del tempo. Miti, fiabe, immagini di Italo Calvino”. Mito e storia, fiaba e immaginazione: tra questi poli la scrittura di Italo Calvino trova la sua dimensione dialettica, ponendosi tra le esperienze più dense e complesse del Novecento europeo. Il modo fiabesco, la percezione di una realtà articolata su più livelli, la rilettura del mito come possibilità di critica del presente concorrono alla composizione di una lingua esemplare, tramite espressivo tra Mondo e Libro. Scienza, enciclopedismo, sperimentazione determinano, di opera in opera, la fondazione di uno stile nuovo; su questo terreno Calvino ricerca le soluzioni, storiche e morali, per comprendere i limiti della ragione, nel suo rapporto con la natura, mediato dal modello delle Operette morali di Leopardi. Ne viene un percorso variegato quanto compatto, molteplice come le immagini costrette nello spazio della pagina. Questa nuova edizione è arricchita da un capitolo centrale dedicato al «racconto più pensoso» dello scrittore, come Calvino stesso lo definì: La giornata d’uno scrutatore, apparso nel 1963. È lo stesso anno di Marcovaldo e della pubblicazione in rivista delle prime Cosmicomiche, ma la distanza con queste opere è evidente. Alla luce di questo nuovo capitolo, il tracciato interpretativo si chiarisce all’insegna di una sostanziale omogeneità sottesa all’immaginifico vagabondare di Calvino tra scritture in apparenza diverse.
L’AUTORE. Roberto Deidier (Roma, 1965), poeta e saggista, vive tra la sua città e la Sicilia, dove insegna Letteratura italiana nell’Università di Palermo. Tra i suoi libri di poesia si ricordano Solstizio (Mondadori, 2014) e All’altro capo (Mondadori, 2021); allo studio del mito ha dedicato Persefone (Marsilio, 2010) e Kore, la ragazza ineffabile (Donzelli, 2018); di Sandro Penna ha curato Poesie, prose e diari (2017) per i Meridiani Mondadori e per la stessa collana ha tradotto John Keats (2019). Con Sellerio ha pubblicato i saggi Le forme del tempo. Miti, fiabe, immagini di Italo Calvino (2004, 2023), Le parole nascoste. Le carte ritrovate di Sandro Penna (2008) e Il lampo e la notte. Per una poetica del moderno (2012). (Roc)
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