Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Il ministro Giuli
a Passaggi Festival

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Il ministro Giuli <br> a Passaggi Festival

Sarà il ministro della Cultura Alessandro Giuli l’ospite dell’evento speciale della tredicesima edizione di Passaggi Festival di Fano, la manifestazione letteraria dedicata alla saggistica, che si aprirà mercoledì 25 e chiuderà domenica 29 giugno. Il ministro, nella giornata conclusiva del festival, presenterà il suo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” (Baldini + Castoldi) insieme con il giornalista Paolo Conti.

Nella città adriatica, che nei cinque giorni di festival si trasformerà in un grande salotto culturale a cielo aperto, saranno presentati 92 libri che spazieranno dalla politica alla filosofia, dalla storia a quelli dedicati a temi economici, dai saggi di sociologia a quelli sul linguaggio, sulla musica, dallo sport alle sfide della scienza. In particolare, il filosofo Armando Massarenti cura la rassegna “I sandali del filosofo”; Claudio Pettinari, già rettore dell’Università di Camerino, la rassegna “La scienza sotto le stelle”, mentre il giovane guru dell’AI Paolo Dello Vicario ha seguito la rassegna “Futuropresente”. Due le mini-rassegne dedicate ai più piccoli: “Piccoli asSaggi” porta la firma della responsabile del Sistema bibliotecario di Fano Valeria Patregnani, mentre “Chiedersi perché” è curata dall’esperta in pratiche filosofiche coi bambini Ippolita Bonci Del Bene. 

Una selezione di libri è legata al tema di quest'anno: “Nemiche. Le parole che temiamo”, una riflessione incentrata sul tema del linguaggio e sul pericolo di discriminazione, ma anche di censura e autocensura, che nasce dal suo uso.

Al programma delle presentazioni librarie si aggiungono visite guidate, laboratori per bambini, masterclass sull’editoria, mostre, pièce teatrali, pratiche di benessere, premiazioni, per un totale di 150 eventi distribuiti in 13 suggestive location tra centro storico e lungomare, aperti a tutti e completamente gratuiti.

Quattro i premi assegnati dal festival: il Premio Passaggi 2025 andrà al saggista, filosofo e traduttore Igor Sibaldi (26/6), che presenterà il suo libro “Come non essere stupidi. Esercizi di anticonformismo” (Mondadori), intervistato dalla giornalista e opinionista televisiva Sara Manfuso. Il premio Fuori Passaggi sarà assegnato, sempre giovedì 26, ai Modena City Ramblers, ospiti al festival dove saranno intervistati da Davide Morresi sui loro “racconti resistenti” di “Nati per la libertà” (La nave di Teseo).

Il premio giornalistico intitolato alla memoria di Andrea Barbato sarà consegnato, venerdì 27, dall’attrice Ivana Monti Barbato alla direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini, a Fano per presentare il suo “La verità è un fuoco” (Garzanti). Infine, la cerimonia di premiazione di Christina Olindo, vincitrice del concorso per graphic-novel “Una Lettura fra le nuvole”, sarà domenica 29, con la partecipazione della presidente di giuria Vanna Vinci.

Quattro le mostre, tutte a ingresso gratuito. Due saranno collocate negli spazi della Mediateca Montanari (“Una Lettura fra le nuvole”, mostra di graphic novel, e “Beatles Exhibition”, con rarità e memorabilia “beatlesiane”, curata da Paolo Molinelli di BeatlSenigallia); una all’interno di Passaggi Libri e Caffè (“Parole Illustrate” con disegni dell’artista Maria Speranza Spinaci) e un’ultima (“Tempi D’oro / Gli Artisti Orafi Nella Città), organizzata da “Centrale Fotografia” sarà suddivisa in tre location (Dehors del Caffè Centrale, CentralEdicola e Spazio RIN).

Il festival, sostenuto economicamente da Comune di Fano, Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche e da numerosi sponsor privati (mainsponsor Coop Alleanza 3.0), si avvale di uno staff di circa 120 volontari ed è diretto dal giornalista Giovanni Belfiori e da Ludovica Zuccarini.

 

 

GAZA, CHRIS HEDGES RACCONTA UN “GENOCIDIO ANNUNCIATO”

 

Straordinario reportage nel solco del miglior giornalismo di grandi reporter come Tiziano Terzani e John Pilger, “Un genocidio annunciato” (Fazi editore)  è una denuncia senza compromessi dei crimini di Israele contro i palestinesi. Il premio Pulitzer Chris Hedges, ex corrispondente per «The New York Times» dal Medio Oriente, trasporta il lettore nelle strade devastate della Striscia di Gaza, dove bombardamenti incessanti, fame e angoscia dominano la quotidianità. Attraverso testimonianze di prima mano e una scrittura potente e coinvolgente, Hedges racconta la resistenza e le sofferenze del popolo palestinese, «le cui voci», scrive Piergiorgio Odifreddi nella prefazione, «questo libro mette in scena come in un coro da tragedia classica». L’autore risale poi alle radici storiche del conflitto, mettendo in discussione la narrazione dominante che presenta Israele come l’unica democrazia in Medio Oriente. Hedges evidenzia come il sionismo – l’ideologia fondante dello Stato ebraico – sia strettamente legato al colonialismo e alla supremazia etnica, e come il genocidio rappresenti l’epilogo estremo e prevedibile della politica espansionista di Israele, resa possibile da una sistematica impunità internazionale. In queste pagine Hedges dedica un’attenzione particolare al sofisticato apparato di propaganda israeliano che, con la complicità dei media occidentali, distorce i fatti per legittimare l’oppressione e dipingere i palestinesi come terroristi, oscurando o minimizzando le atrocità commesse da Tel Aviv. Nell’orrore di una delle pagine più tragiche della storia recente, Un genocidio annunciato è un doloroso e necessario squarcio di verità e un appello accorato all’azione e alla solidarietà. Perché, come ci ricorda Hedges, il silenzio rende complici e la lotta per la giustizia in Palestina è una battaglia per la dignità e la libertà di tutti.

 

 

 

PIVATO RACCONTA EMOZIONI E POLITICA NELL'ITALIA CONTEMPORANEA

“i badogliani con sulle spalle il fazzoletto azzurro e i garibaldini col fazzoletto rosso e tutti, o quasi, portavano ricamato sul fazzoletto il nome di battaglia. La gente li leggeva come si leggono i numeri sulla schiena dei corridori ciclisti. Nomi romantici e formidabili che andavano da Dinamite a Rolando” scriveva Beppe Fenoglio. Il 1789 segna una svolta storica: la Rivoluzione francese dà vita alla politica moderna. I simboli che nascono da questo fervore sostituiscono l’araldica aristocratica, incarnando ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Esattamente due secoli dopo, nel 1989, il crollo del Muro di Berlino segna un altro capitolo, portando alla crisi dei grandi sistemi ideali e dei linguaggi politici tradizionali. E in Italia cosa succede? Mentre la popolazione colta si avvicina agli ideali politici tramite la lettura, i ceti popolari si connettono a principi e valori attraverso le emozioni. Sono quelle suscitate da canti e colori, abiti e bandiere, dalle grandi manifestazioni di piazza e da quelle private, fino ai nomi dati ai bambini per sfida e per protesta. Stefano Pivato racconta la storia vivace e fragorosa della passione politica nel saggio “Alla riscossa! Emozioni e politica nell'Italia contemporanea”, pubblicato dal Mulino. Pivato è Professore emerito di Storia contemporanea, collabora con il Dipartimento di storia dell’Università di San Marino. Per il Mulino ha pubblicato: «I comunisti mangiano i bambini» (2017), «I comunisti sulla Luna. L’ultimo mito della Rivoluzione russa» (con M. Pivato, 2017), «Storia sociale della bicicletta» (2019), «Storia dello sport in Italia» (con P. Dietschy, 2019), «La felicità in bicicletta» (2021), «Tifo» (con D. Marchesini, 2022) e «Andare per colonie estive» (2023).

 

“LE FIABE NON SERVONO A NIENTE” DI PAOLA ZANNONER

 

Le fiabe popolari perpetuano stereotipi ampiamente superati o comunque da superare, sono storie sorpassate che ammanniscono lezioni comportamentali che risentono del tempo in cui sono state scritte.
Paola Zannoner, una delle scrittrici per ragazzi più note e apprezzate, con “Le fiabe non servono a niente” (Laterza) ha scritto un libro che confuta questo semplicistico e sterile luogo comune. Molti genitori e molti insegnanti si chiedono: «a cosa servono oggi le fiabe? non riproducono ruoli superati? non tendono a modellare la realtà attraverso stereotipi?». Ci si immagina che nel mondo nuovo, dove la tecnologia domina il nostro immaginario, sia necessario ripensare totalmente anche il mondo fantastico in cui introduciamo i nostri bambini nei primi anni della loro vita.
 Zannoner, studiosa della fiaba, romanziera e formatrice nel campo della letteratura giovanile, prova a rispondere a queste domande, sfatando pregiudizi e luoghi comuni. Il ‘C’era una volta…’ è sempre stato per i bambini una molla dell’immaginazione che produce una mente aperta in tutte le direzioni del possibile. La fiaba è senza tempo e senza spazio, è astratta eppure molto concreta nella rappresentazione di emozioni profonde e inespresse, di sentimenti contrastanti, incarnati non da eroi ma da figure umane, semplici, spesso bambine e bambini che devono affrontare prove e avventure ignote. Nella sua varietà e multiculturalità, la fiaba rappresenta un’educazione sentimentale di bambini e adolescenti alla complessità della vita e soprattutto prevede la condivisione della lettura creando una indispensabile ‘relazione del racconto’ in famiglia e a scuola.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)