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SEPARAZIONE CARRIERE, ROSSOMANDO (PD): METODO GOVERNO NON HA PRECEDENTI E COLPISCE CSM

Roma, 26 giu - Sulla separazione delle carriere iI metodo usato dalla maggioranza “sicuramente non ha precedenti ed è davvero inaudito: una riforma costituzionale, proprio in quanto tale, prevede un quorum molto qualificato per la sua applicazione, che sta a significare che deve essere il più condivisa possibile e discussa, Invece qui dichiaratamente si è detto che è una riforma scritta dal governo, travolgendo le proposte che aveva fatto il Parlamento, e che c'entra poco con le proposte depositate dai parlamentari”. Così Anna Rossomando, senatrice del Partito democratico, componente della Commissione Giustizia, sulla riforma su cui oggi l’aula del Senato ha iniziato il voto degli emendamenti, anche con l’utilizzo della famigerata ‘tagliola’, usata per tagliare il dibattito, “perché dichiaratamente non deve essere modificata di una virgola – ribadisce Rossomando – : un metodo veramente inaudito, contro la Costituzione, e l'abbiamo denunciato in ogni sede. Anche oggi in Aula ce ne è stata la conferma, perché sorprendentemente, stata richiamato il metodo della forza come legge di natura, mentre stiamo di secoli di diritto”. Eppure il ministro della Giustizia Carlo Nordio nella sua replica in mattinata aveva incolpato le opposizioni per la mancanza di dialogo sul testo. “Ma questo non corrisponde assolutamente a verità - attacca Rossomando -  Noi abbiamo chiesto più volte risposta alle nostre proposte, che sono numerose e si fondano sul dibattito tra i cultori della materia, ma non c'è mai stata risposta. E la prova che non c'è un dialogo è che non è stato approvato neanche un emendamento di merito”. E poi, continua la senatrice, “continuano a chiamarla separazione delle carriere, ma la verità vera è che si vuole attaccare l'indipendenza, l'autonomia del Consiglio Superiore della Magistratura colpendolo nel punto nevralgico, demolendolo con il sorteggio e richiamando precedenti, addirittura il Doge e altri precedenti storici. Mi aspetto un richiamo agli aurispicini romani...”. E così facendo, conclude Rossomando, “sostanzialmente introducendo il principio dell'uno vale l'altro, e togliendo ogni autorevolezza e competenza a questo organo che invece deve avere entrambi". 

(PO / Sis)

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