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GREEN DEAL: OBIETTIVO
AL 2040 ‘DEPOTENZIATO’

GREEN DEAL: OBIETTIVO <BR> AL 2040 ‘DEPOTENZIATO’

La Commissione di Ursula von der Leyen oggi presenterà la sua proposta sugli obiettivi climatici dell’Ue per il 2040, confermando la volontà di tagliare le emissioni di CO2 del 90 per cento per raggiungere la neutralità carbonio nel 2050. Ma, sotto la pressione di un numero crescente di leader e governi, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, la Commissione offrirà ampie flessibilità agli stati membri per raggiungere gli obiettivi, compresa la possibilità di esternalizzare gli sforzi fuori dall’Unione europea, contro il parere degli esperti scientifici che consigliano l’esecutivo comunitario. Il principale obiettivo della Francia è vedere il nucleare riconosciuto tra le tecnologie pulite, al pari delle rinnovabili e Macron ha chiesto di discutere degli obiettivi per il 2040 al Consiglio europeo del 26 giugno. Come scrive Il Foglio, con i “crediti carbonio internazionali” gli stati membri potranno finanziare progetti in paesi fuori dall’Ue e conteggiare la quota di riduzione delle emissioni per proprio conto. Altre flessibilità dovrebbero essere concesse per i settori difficili da decarbonizzare. “Al di là dei tecnicismi, questo è l’ennesimo segnale politico che la ribellione contro il Green deal ha raggiunto i vertici dell’Ue” si legge. Dieci anni dopo, sulla marcia a tappe forzate per ridurre le emissioni, “sempre più leader sono convinti che sia un problema”, spiega al Foglio un diplomatico europeo. La presentazione degli obiettivi per il 2040 è un obbligo giuridico per la Commissione ed è strettamente legata agli impegni per il 2035 che l’Ue deve assumere in vista della Cop30 in Brasile (i cosiddetti Contributi determinati a livello nazionale o Ndc). Ursula von der Leyen è già in ritardo. Le proposte dovevano essere presentate già nel giugno del 2024, ma sono state rinviate a causa delle elezioni europee. Poi sono state nuovamente posticipate per andare incontro alle richieste dei grandi governi. Il tempo stringe. L’Ue deve inviare gli impegni per il 2035 entro settembre e si deve trovare un accordo all’unanimità tra i Ventisette. Ed il gruppo di paesi pro Green deal si assottiglia. Solo Spagna, Danimarca, Svezia, Finlandia e Slovenia rimangono in prima linea.  Alcune delle misure chiave adottate tra il 2019 e il 2024 – la legge sulla deforestazione, le direttive sugli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità, il meccanismo “carbonio alla frontiera”, le multe per i produttori di auto – sono state sospese, rinviate o svuotate. L’ultima vittima è la proposta di direttiva sui “green claims” che mira a lottare contro il greenwashing. Von der Leyen ha annunciato l’intenzione di ritirarla, provocando una ribellione di socialisti e liberali. Il prossimo bersaglio è il sistema Ets2, che dal 2027 imporrà a famiglie e imprese una tassa sulle emissioni di automobili e riscaldamento. (2 lug - red)

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