La nottata è passata. Tra le due e le tre della scorsa notte le quasi 50 navi della Global Sumud Flotilla sono entrate nelle 150 miglia nautiche le separano da Gaza, il limite oltre il quale, pure essendo ancora acque internazionali, la nave Alpino della Marina militare ha lasciato la compagnia, e all’interno delle quali Israele più intervenire per fermare la missione: il piano di Tel Aviv, secondo l’emittente Kan, è quello di prelevare gli equipaggi e portarli al porto di Ashdod per poi espellerli, e affondare almeno parte delle imbarcazioni. La prima notte è stata tesa ma tutto sommato tranquilla.
Secondo gli attivisti, due imbarcazioni della Flotilla sarebbero state danneggiate ai sistemi di navigazione da un attacco informatico israeliano, e sono avvistati una trentina di droni. Attualmente le barche sono a 100 miglia dalla terraferma, scortate dall’Idf che al momento ancora non abborda. “Siamo esattamente a 120 miglia da Gaza – spiega in un video registrato all’alba il giornalista Lorenzo D’Agostino, a bordo di una delle navi – e forse ci arriveremo: un giorno di navigazione, non di più. Però purtroppo ci sono dei cani rabbiosi che hanno iniziato a circondarci dalle 03:30 di stamattina. Ci girano ancora intorno, hanno prima disattivato le comunicazioni della nave madre Alma, poi di quella che aveva preso il comando al posto suo. E’ stato avvistato un sommergibile, poi una nave militare, a quello che ci dicono, e poi sono scomparse. Ora siamo qui, abbiamo ripreso la navigazione, perché dovranno fermarci con la forza, l'unica ragione che sanno far valere”. Quindi di nuovo l’appello alle piazze:. “L'unica speranza che abbiamo in questo momento, morti di sonno e di fatica, è quella delle persone che si faranno sentire da terra. Perché non bisogna smettere di crederci e non bisogna smettere di alzare la voce e di riempire le piazze”.
(Sis)
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