È aperta al pubblico a Roma, presso la Sala della Quadreria del Complesso Santo Spirito in Sassia (Borgo Santo Spirito, 3) la mostra immersiva “Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione”. Il progetto è realizzato dalla Fondazione Museo nazionale dell’emigrazione italiana (MEI) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), per ripercorrere la storia e dare voce anche all’attualità delle Missioni cattoliche italiane, volgendo lo sguardo all’intero universo missionario. La presentazione avvenuta nei giorni scorsi presso il Salone del Commendatore del Complesso Santo Spirito in Sassia ha visto l’introduzione e i saluti di: Paolo Masini, presidente Fondazione MEI, ideatore e coordinatore del progetto; Paola Casali, direttore UOC patrimonio e valorizzazione Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia; Civita Di Russo, vice capo Gabinetto presidente Rocca Regione Lazio. A intervenire inoltre: mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes; mons. Graziano Borgonovo, Sottosegretario Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo; S.E. mons. Samuele Sangalli, Segretario Aggiunto per l’Amministrazione del Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari. “La mission del nostro museo – ha dichiarato Paolo Masini – è proprio quella di dare vita alla più grande narrazione popolare e collettiva del nostro paese. Il Giubileo ci dà la grande opportunità di raccontare quella magnifica pagina rappresentata dal mondo missionario italiano. Un mondo ‘un po’ Marta e un po’ Maria’ che in tutti continenti, da secoli, insieme alla parola di Dio, porta conforto e aiuti concreti”. “Il tema del Giubileo è la speranza – ha ricordato nel suo intervento, mons. Pierpaolo Felicolo –. Essa nutre e sostenta il cammino di chi ha affrontato e affronta oggi la sfida della mobilità umana. Ha guidato nella migrazione anche i nostri connazionali che sono partiti e ha dato la forza ai missionari che sono stati al loro fianco. Li hanno fatti sentire a casa”. A presentare l’allestimento immersivo è stata Marisa Fois (Fondazione Migrantes): “Siamo andati a scavare negli archivi e, insieme alle esperienze più note – da Pallotti e Scalabrini fino a Francesca Saverio Cabrini – ne abbiamo trovate altre meno conosciute. Piccole e grandi storie di emigrazione e di missione che, insieme, fanno la Storia”.
LA MOSTRA - La mostra si sviluppa su due principali prospettive: una geografica, che abbraccia il mondo intero, evidenziando la presenza italiana in ogni continente – oggi più di 6 milioni di italiani vivono all’estero, principalmente in Europa, ma anche in America, Africa, Asia e Oceania; e una storica, che parte dalla seconda metà del XIX secolo e arriva ai giorni nostri. Attraverso un linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, la mostra racconta le storie di missioni, parrocchie, oratori, scuole e strutture che, dal Nord Europa al Sud America, hanno accolto gli emigranti italiani. Entrando nella sala, i visitatori saranno accolti da un planisfero interattivo, che prende vita attraverso linee luminose, collegando l’Italia con altri Paesi del mondo. La narrazione, affidata alla voce di Massimo Wertmuller, guiderà il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio, mettendo in risalto volti del passato e immagini contemporanee che si alternano per raccontare le partenze di ieri e gli incontri di oggi. Tra le testimonianze – documenti d’archivio, lettere, stralci di giornali e immagini di chiese, scuole e centri di aggregazione –, il pubblico potrà scoprire come questi "ponti sul mondo" siano stati luoghi di accoglienza, solidarietà e crescita.
I MISSIONARI ITALIANI NEL MONDO - Tra le figure centrali della mostra spiccano Vincenzo Pallotti, Geremia Bonomelli, Giovanni Battista Scalabrini, Luigi Guanella e Francesca Saverio Cabrini, protagonisti della storia della Chiesa e del movimento di solidarietà che ha accompagnato gli italiani all’estero. Le loro storie si intrecciano con quelle di tanti altri missionari e missionarie, sacerdoti e laici, che si sono dedicati, in tempi diversi, a stare accanto ai migranti. Il sottotitolo della mostra, “Scelte di vita, racconti di missione”, sottolinea come questo viaggio sia fatto di tanti tasselli, di tante persone, di scelte di vita, di storie, che insieme aiutano a scrivere una pagina di storia che sta continuando a essere scritta. Non solo quindi Madre Cabrini, Patrona di tutti gli Emigranti, la prima italiana a diventare cittadina statunitense e poi canonizzata, ma anche numerosi sacerdoti che sono ricordati per il loro impegno attraverso giardini commemorativi e piazze, sia negli Stati Uniti che in Australia. La mostra racconta anche le richieste di assistenza arrivate da tutto il mondo: dalle miniere dell'India, dove il bisogno di un missionario che parlasse italiano era forte, alle terre del Nord Europa, come la Svezia degli anni Trenta. Si parlerà della costruzione di chiese nel Regno Unito e in Marocco, della fondazione di parrocchie e asili in Kenya, nonché della creazione di orfanotrofi in Brasile per accogliere i figli dei migranti rimasti orfani. Saranno raccontati anche frammenti della vita quotidiana di quei missionari che, nel dopoguerra, offrivano una voce amica attraverso le radio in Belgio, o che, negli anni Cinquanta, sostenevano la stampa in lingua italiana in Germania; si parlerà dei corsi di lingua organizzati in Svizzera negli anni Sessanta, e dei recenti progetti di solidarietà in Russia, emersi nei primi anni Duemila. Un vero e proprio mosaico di iniziative, che racconta una realtà viva: quella delle missioni che accompagnano, curano e accolgono, in dialogo con la realtà delle migrazioni e degli italiani all'estero. Che si tratti di nuovi italiani che acquistano la cittadinanza italiana e lasciano il Paese, di italiani nati all'estero, o di italo discendenti, queste storie raccontano di legami indissolubili e di un impegno che non si è mai fermato.
STORIE DI IMPEGNO E SPERANZA - A completare la mostra immersiva "Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione" numerose immagini contemporanee per non dimenticare i tanti missionari italiani e le tante missionarie italiane che tuttora sono nel mondo per sostenere le comunità delle zone più disagiate e i numerosi ordini missionari per la parte legata all’attualità e alle missioni rivolte alle comunità locali. La mostra è solo il primo passo di un progetto più ampio, frutto di una lunga ricerca di testimonianze storiche, che continuerà a scoprire nuove storie di impegno, di accoglienza e di speranza. “Come Ponti sul Mondo” non è solo una retrospettiva, ma un invito a riflettere sul presente e sul futuro della migrazione, mettendo in luce il ruolo fondamentale delle missioni nel supportare le comunità italiane e i migranti in ogni angolo del mondo. Per offrire un’esperienza visiva ed emozionale unica, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana ha collaborato con Opera Laboratori, società leader nelle gestioni museali in Italia, che grazie ai suoi laboratori che ha curato la progettazione e la realizzazione della mostra immersiva. Grazie a tecnologie avanzate, i visitatori potranno "vivere" la storia, immergendosi nelle immagini, nei suoni e nelle testimonianze che compongono questo mosaico di esperienze di vita. In contemporanea al MEI, a partire dal 3 ottobre e per tutta la durata della mostra, sarà visibile un video omaggio al mondo delle missioni e delle migrazioni. Sia a Genova sia a Roma è prevista una campagna promozionale all’interno delle principali linee metropolitane cittadine. Il progetto è realizzato in collaborazione con Regione Lazio e ASL Roma 1, con il patrocinio di Comune di Roma, con la coprogettazione e realizzazione di Opera Laboratori. (red - 8 ott)