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direttore Paolo Pagliaro

MORTI SUL LAVORO,
681 IN PRIMI 8 MESI

MORTI SUL LAVORO, <br> 681 IN PRIMI 8 MESI

Oggi si celebra in tutta Italia la 75ma edizione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, promossa dall’Anmil. Sono state 681 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 493 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto ad agosto 2024) e 188 in itinere (15 in più rispetto ad agosto 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (68). Seguono: Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35), Emilia-Romagna (34), Puglia (33), Lazio (32), Liguria (15), Sardegna e Calabria (14), Trentino-Alto Adige (13), Umbria, Marche e Abruzzo (12), Basilicata (9), Friuli-Venezia Giulia (7), Molise e Valle d’Aosta (1). A finire in zona rossa ad agosto 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 20,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia e Calabria. In zona arancione: Trentino-Alto Adige, Puglia, Veneto, Liguria, Sardegna, Abruzzo e Toscana. In zona gialla: Piemonte, Marche, Valle d’Aosta ed Emilia-Romagna. In zona bianca: Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Molise.  I dati emergono dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering sul cui sito web è disponibile il numero delle morti bianche provincia per provincia. Nei primi otto mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (66,5), seguita da quella compresa tra i 55 e i 64 anni (31,5). Al terzo posto troviamo la fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (21,7). Numericamente, la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (168 su un totale di 493).  In totale sono 58 le donne decedute nei primi otto mesi del 2025 (1 in meno rispetto al 2024). 28 hanno perso la vita in occasione di lavoro e 30 in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Da gennaio ad agosto 2025 si registrano 148 vittime straniere, su un totale di 681; 108 sono deceduti in occasione di lavoro e 40 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro per i lavoratori stranieri risulta essere più che doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 18 italiani. Alla fine di agosto il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 78 decessi in occasione di lavoro, seguito dalle Attività Manifatturiere (69), Trasporti e Magazzinaggio (65) e Commercio (48). Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi otto mesi dell’anno (23,7%), seguito dal venerdì (20,3%) e dal giovedì (16,4%). Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto ad agosto 2024. Dalle 386.554 a fine agosto 2024 passiamo alle 384.007 di quest’anno (-0,7%). Anche alla fine dei primi otto mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (45.565). Seguono: Costruzioni (24.595), Sanità (23.929), Commercio (21.839) e Trasporto e Magazzinaggio (21.625). Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad agosto 2025 sono 137.388 (107.337 delle quali in occasione di lavoro), mentre 246.619 le denunce totali degli uomini (213.710 in occasione di lavoro). Le denunce totali dei lavoratori stranieri sono 82.208 su 384.007 (circa 1 su 5), mentre il numero delle denunce di questi ultimi in occasione di lavoro ammonta a 68.911 su un totale di 321.047 (ancora circa 1 su 5). “I dati dei primi otto mesi del 2025 parlano di 681 decessi, una situazione stabile rispetto allo scorso anno, quando le vittime erano 680. Ma la stabilità non può certo rappresentare un indicatore di speranza, dal momento che in alcune giornate si registra anche più di un decesso al giorno” commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, (12 ott - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)
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