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LUCA ABETE: LA FRAGILITA’ PUO’ DIVENTARE CORAGGIO

LUCA ABETE: LA FRAGILITA’  PUO’ DIVENTARE CORAGGIO

"Oggi ci ritroviamo iperconnessi, ma accompagnati dalla sensazione di non avere intorno nessuno. Parlo di una solitudine 'percepita', perché di fatto non siamo soli: ma la sentiamo come tale". Con queste parole Luca Abete, noto al grande pubblico per la lunga esperienza come inviato di Striscia la Notizia, sintetizza l’essenza dell’undicesima edizione di #NonCiFermaNessuno, la campagna sociale e motivazionale che da anni attraversa le università italiane per promuovere coraggio, fiducia e condivisione tra i giovani. L’iniziativa, ideata e promossa dallo stesso Abete, nasce nel 2014 con l’obiettivo di trasformare un semplice talk universitario in un vero e proprio movimento: un percorso itinerante fatto di incontri, testimonianze, laboratori e campagne di sensibilizzazione che uniscono comunicazione, solidarietà e sostenibilità. Nei giorni scorsi si è svolta alla Sapienza Università di Roma una nuova tappa del tour, che ha visto oltre trecento studenti riempire l’aula 5 della Facoltà di Economia. Roma, sottolinea Abete, "è la casa madre del nostro progetto. Se c’è un luogo capace di far vibrare un messaggio fino a renderlo movimento, quello è la Capitale. I ragazzi non ascoltano sermoni, ascoltano vibrazioni: cercano sintonia, empatia, non lo stridio delle parole scomode. Hanno bisogno di sentirsi parte di un movimento, non spettatori di un convegno".

L’appuntamento romano ha introdotto anche una novità assoluta: il Golden Buzzer della Solitudine, un totem interattivo che trasforma un gesto in un’esperienza collettiva. “È un modo per dare voce a un bisogno — spiega Abete -  Chi preme il pulsante prova a far sentire la propria richiesta di attenzione. È il rumore della solitudine, quello che solitamente viene taciuto ma che noi facciamo esplodere in un buzz".

Il tema portante del progetto continua a essere il “viaggio nelle nuove solitudini”, un percorso di ascolto e riflessione che attraversa tutte le edizioni del tour. "Il claim ìNessunə è solə' è in realtà una bugia consapevole — osserva il promotore dell’iniziativa —. Serve a far nascere un dibattito. Noi costruiamo un mosaico di solitudini, perché la solitudine non è una sola: assume forme diverse, spesso taciute, che possono amplificare le fragilità. Ma non sempre va sconfitta: può essere anche un’occasione per conoscersi meglio". Abete Riassume il concetto con una metafora efficace: "Dico ai ragazzi che bisogna riaccendere le connessioni come si fa quando manca il Wi-Fi: spegnere, riavviare e magari la rete torna. Se non va, cambiare rete. È inutile insistere su un canale che non porta da nessuna parte".



Dal 2021 #NonCiFermaNessuno assegna un premio a studenti, professionisti o team che rappresentano esempi di coraggio e resilienza. "Ogni giorno compiamo gesti eroici, ma spesso non ce ne accorgiamo — racconta Abete —. Le università sono piene di storie di forza interiore: dal fuori sede che affronta la solitudine di una città nuova, a chi, dopo un incidente, trova la voglia di ricominciare. La condivisione della propria fragilità diventa un monumento al coraggio". Quest’anno il riconoscimento è stato attribuito agli specializzandi in medicina-pediatria del Policlinico Umberto I di Roma, protagonisti di un progetto di cura dedicato a sette piccoli pazienti provenienti da Gaza: un gesto di cooperazione e speranza che ha coinvolto oltre cento persone tra medici, operatori e volontari. Al centro della campagna sociale c’è una rete di ambassador, studenti che diventano punti di riferimento e moltiplicatori del messaggio motivazionale. "I nostri ambassador — spiega ancora Abete — hanno un duplice ruolo: da un lato sono divulgatori e animatori del progetto, dall’altro osservatori attivi dei disagi che vivono i loro coetanei. Molti di loro ci sono passati in prima persona, e per questo sanno come tendere una mano". In un momento storico in cui i giovani vengono spesso criticati per il loro modo di esprimersi, Abete invita a superare i giudizi frettolosi e a guardare oltre l’etichetta generazionale: “Gli adulti dimenticano di essere stati ragazzi — riflette —. C’erano quelli che urlavano e quelli silenziosi, i moderati e gli estremisti: è sempre stato così. Non si può etichettare una generazione. Dopo la pandemia, però, i giovani hanno cambiato prospettiva: prima guardavano solo al futuro, ora lo costruiscono partendo da sé stessi, dal presente". Per il fondatore di #NonCiFermaNessuno, il tour è un invito a una “sana ribellione”: "È una mano tesa a chi si sente fragile, la prova vivente che il cambiamento esiste. Basta smettere di cercarlo e cominciare a costruirlo ogni giorno, con piccoli gesti, gentilezza e sensibilità. A volte anche con rabbia, se quella rabbia è onesta".

Dopo l’incontro alla Sapienza, l’iniziativa sociale proseguirà il suo viaggio con le tappe di Catanzaro, Cagliari e Bergamo, per poi approdare il 22 ottobre a Riva del Garda, in occasione di Didacta Italia, il più importante appuntamento nazionale dedicato alla formazione e all’innovazione nel mondo della scuola. (Sof)

(© 9Colonne - citare la fonte)
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