“Siamo in Africa subsahariana per combattere il terrorismo e per difendere la sicurezza dei nostri cittadini, quella delle nostre aziende. Difendiamo la nostra idea di partnership politica paritaria con quei paesi. I nostri piani nella Cooperazione per la sicurezza includono una missione importantissima: in Niger operano 350 nostri militari con il compito specifico di formare l'esercito e i quadri della polizia. Il Niger gioca un ruolo fondamentale: geograficamente, risalendo verso Nord, dopo quel paese c'è la Libia e tutti sappiamo quanto il rapporto con la Libia sia strategico per l'Italia. Va tenuta sotto controllo la regione di Agades, il centro dal quale transitano armi e traffici illegali”. Così il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, in una intervista al Mattino nella quale sottolinea che la Farnesina sta seguendo l’evoluzione della situazione in Mali minacciata da Al Qaeda. Quindi precisa che “il Piano Mattei prosegue secondo i tempi e gli obiettivi fissati. L'Italia è vista con grande favore e apprezzamento dai Paesi africani: abbiamo rapporti di cooperazione e collaborazione paritetica in Paesi molto ricchi di materie prime. Il Niger, ricordo, è un Paese ricco di uranio, abbiamo rapporti privilegiati con Mauritania, Ciad e Burkina Faso. Con il Senegal in occasione del vertice Italia-Africa del gennaio 2024 è stato firmato il "Programma di partenariato" del valore di 105 milioni di euro. Il Senegal è un paese prioritario per la cooperazione italiana allo sviluppo, tradizionalmente beneficiario di circa 15 milioni l'anno per il finanziamento di progetti legati soprattutto allo sviluppo rurale, all'educazione e al sostegno del settore privato. Da gennaio 2025 è Paese partner del Piano Mattei. Anche sull'applicazione del Global Gateway all'Italia viene riconosciuta un ruolo da protagonista in netta contrapposizione alle politiche di neocolonialismo poste in essere da Cina e Russia”. Inoltre afferma che “il Sudan è una catastrofe nascosta di cui dobbiamo occuparci, la strage dei civili va fermata”. Per sostenere la tregua a Gaza, prosegue poi il ministro, “vanno incoraggiati gli sforzi e i risultati sinora ottenuti. Siamo già presenti con militari e diplomatici nel CMCC, il centro aperto dagli americani e da Israele per far avanzare la tregua e la stabilizzazione della Striscia. Domani una nostra delegazione (militari e diplomatici) sarà nella regione per nuovi incontri e per preparare la conferenza sulla ricostruzione di metà novembre del Cairo, per la quale l'Italia è paese co-organizzatore assieme all'Egitto. In questo processo vanno coinvolti i Paesi del mondo arabo perché l'obiettivo finale è pacificare l'intera regione e creare condizioni di sviluppo e progresso”. Inoltre sottolinea: “Noi stiamo puntando sulla diplomazia della crescita, resta confermato il nostro obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export entro il 2027 – aggiunge -. I numeri delle esportazioni extra Ue confermano che il Made in Italy è forte, richiesto e apprezzato sui nuovi mercati in Asia, India, Giappone, Medio Oriente, Mercosur. Con il commissario Ue Sefcovic stiamo lavorando affinché alcune categorie di prodotti - acciaio, alluminio - possano godere di dazi Usa tollerabili. Su altri come il vino stiamo lavorando per una esenzione totale. Con la presidente Ue von der Leyen è anche aperta una profonda interlocuzione, anche come Ppe, per modificare il bilancio comunitario, in particolare sui fondi destinati all'agricoltura e sulle risorse di coesione”. (3 nov – red)
(© 9Colonne - citare la fonte)




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