Scoperto – grazie a Massimo Orlandini, storico d'impresa - il più vecchio documento in cui appare la dicitura "Made in Italy". E’ risalente nel 1897 e compare in un documento della Ditta C. E. Ferrari e Compagni di Calalzo di Cadore, un'azienda produttrice di occhiali, con un centinaio di operai (che nel 1934 diventerà l'attuale Safilo) che rivendica con orgoglio che le sue spedizioni “a Nuova Yorck (...), a differenza di molti dei nostri prodotti che si spacciano con marche inglesi, francesi e germaniche, portano la marca "Made in Italy"”. Il documento, come riferisce Il Sole 24 Ore, è presente in un opuscolo, a cura di Guglielmo Berchet, sui concorsi ai premi scientifici e industriali del Reale Istituto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, in uno dei quali l'occhialeria del Bellunese ha ricevuto una medaglia d'oro. L'opuscolo ed altri materiali in tema sono esposti per tutta la durata della Settimana della Cultura d'Impresa (in corso fino al 28 novembre), a Milano, alla Biblioteca di via Senato, che vanta con 7mila volumi e materiali vari a stampa il più importante fondo esistente sull'editoria aziendale e la storia d'impresa. Come ricorda il quotidiano, la legge doganale americana (Tariff Act of 1930) esigerà che tutte le merci straniere rechino in evidenza il marchio con il loro Paese di origine ("Made in..."). Nell'Italia degli anni 30 il "Comitato per il Prodotto italiano" autorizzava le imprese nazionali a utilizzare un bollino con la scritta "Marca del Prodotto Italiano". Ma qui siamo in anticipo di oltre trent'anni, non solo con l'uso preciso del marchio, ma soprattutto con la consapevole e orgogliosa rivendicazione dell'origine del prodotto. E proprio con un prodotto, gli occhiali, che caratterizza un intero distretto industriale oggi famoso nel mondo. Fin dal primo decennio del Novecento abbiamo esempi significativi di successo di prodotti nazionali nel mercato mondiale, capaci di imporsi sul piano della qualità, dell'estetica e della comunicazione. Bastano tre esempi. Ercole Marelli, che aveva aperto a Milano la sua officina («una grande stanza») nel 1891 con un solo apprendista, festeggia nel 1911 con un volume giubilare fuori commercio il ventennale, presentando la sua fabbrica all'avanguardia a Sesto San Giovanni con 1.50o operai e filiali nelle principali capitali del mondo, mentre cresce in misura esponenziale la produzione di ventilatori (allora chiamati "agitatori d'aria" e oggi ricercatissimi dai collezionisti di modernariato). Il secondo esempio è la Fratelli Branca, quella del noto Fernet fondata a Milano nel 1843, che costituisce già a fine Ottocento un modello precoce di internazionalizzazione, con presenza nelle Esposizioni Internazionali e nei principali Paesi, con una comunicazione e una pubblicità di altissimo livello. Ne fa fede il bellissimo volume aziendale, anch'esso fuori commercio, edito nel 1903, che costituisce il primo libro fotografico pubblicitario d'autore, impaginato secondo stilemi liberty dal giovane Plinio Codognato. Infine, va citato l'imprenditore caseario Egidio Galbani, che fonda in Valsassina nel 1882 l'omonima società, intestandola al padre Davide, per poi trasferirsi nel 1896 nella cascina Triulza a Melzo nella campagna milanese. Lì, inizialmente con sette operai, studia e sperimenta formaggi di qualità, viaggia, partecipa a fiere ed esposizioni e nel 1906 lancia il celebre Bel Paese, competitivo con i migliori prodotti francesi. Il Bel Paese ben presto diventa - con gli altri prodotti Galbani - internazionale, sostenuto da una efficace rete di distribuzione e di comunicazione nelle varie lingue. (17 nov - red)
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