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direttore Paolo Pagliaro

CGIE: C’E’ LA PROPOSTA DI RIFORMA, PLENARIA A FINE ANNO

Riforma della rappresentanza, editoria, Brexit, voto all’estero, rete diplomatico-consolare, nuove mobilità. Sono solo alcuni dei punti affrontati dal Comitato di Presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero, riunitosi alla Farnesina da mercoledì 12 a venerdì 14 luglio. Un ordine del giorno impegnativo per tentate di dare un contributo ai tanti temi che ruotano intorno agli italiani nel mondo. Buone notizie, intanto, sul fronte contributi: il Consiglio dei ministri, infatti, due settimane fa ha approvato un decreto che assegnerebbe 308mila euro al Cgie. “Questo ci permetterebbe di organizzare una plenaria entro fine anno e probabilmente anche le assemblee continentali – ha spiegato Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, durante un punto stampa alla Farnesina -. Il recupero di ulteriore somme aggiuntive a un capitolo bistrattato e quasi raso al suolo ci dà la possibilità di lavorare a degli obiettivi ravvicinati e ci aiuta a promuovere altre iniziative necessarie”. Anche perché, sottolinea Schiavone, “concepire ulteriori momenti di discussione assembleari è necessario dal momento che le tematiche sono ampie e le peculiarità interessano specificamente alcune aree”. Il riferimento è principalmente al Venezuela: “Riceviamo gridi di allarme ma non possiamo discutere su come risolvere la situazione”. Sulla riforma della rappresentanza, se ne parla da tanto: “La discussione è stata avviata un anno fa coinvolgendo i Comites e i soggetti che sono impegnati nell’emigrazione – ha spiegato Schiavone -. Abbiamo chiesto loro di darci delle indicazioni rispetto alle esperienze fatte e su cosa fosse necessario per rilanciare questi organismi affinchè si arrivi a trovare una simultaneità tra i diversi protagonisti della rappresentanza e il Parlamento”. Partendo da questo confronto, si sono poi “presi in considerazione i cambiamenti profondi dell’emigrazione per individuare in che modo gli italiani all’estero possano, attraverso questi organismi, trovare delle facilitazioni per l’integrazione nei Paesi di riferimento”, ha proseguito Schiavone. I Comites, quindi, mantenendo la loro natura di organismo di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le autorità diplomatico-consolari e le autorità locali, “dovrebbero avere delle capacita tali da poter rappresentare in modo diverso questi soggetti, in particolare nella forma della garanzia dei diritti”, ha spiegato Schiavone. Nello specifico, si legge anche nella proposta di riforma uscita dal Comitato, i Comites dovrebbero avere tre funzioni principali: “ombudsman”, cioè un difensore civico della comunità nei confronti delle autorità italiane e, in collaborazione con il Consolato, nei confronti delle autorità locali; un’antenna del Sistema Paese, al fine del coinvolgimento delle forze produttive e associative della comunità nella proiezione estera dell’Italia, anche in collaborazione con il progetto di promozione dell’Italia lanciato dalla Farnesina; un centro di informazione, sostenendo le migrazioni e le nuove mobilità. “Sentiamo l’esigenza – ha spiegato Schiavone – non solo di tenere insieme la comunità italiana all’estero ma darle maggiori diritti. Il Cgie dovrebbe svolgere “il ruolo di collegamento tra Comites e il Parlamento affinchè le politiche possano avere un filo conduttore che arrivi in Parlamento, dove auspichiamo che già dalla prossima legislatura si possa ragionare a un rafforzamento della rappresentanza dei parlamentari eletti all’estero, che diano vita a una commissione bilaterale insieme ad altri parlamentari”. L’idea è quella di “rafforzare i legami affinché non ci si muova più a compartimenti stagni ma si lavori a un progetto comune che possa dare un’idea precisa ed efficace di cosa succede nelle nostre comunità, quali sono i rapporti tra i cittadini e le autorità di accoglienza, quali sono le opportunità all’estero e soprattutto come codificarle per poter avere non solo un ritorno di carattere economico ma anche di conoscenza e cultura”. Altro tema spinoso sul tavolo del Cgie è quello del voto all’estero: “C’è l’esigenza – ammette Schiavone - di verificare lo stato di partecipazione elettorale e le modalità all’estero” e soprattutto “ragionare se la legge attuale è adeguata o meno alle esigenze e alle aspettative”. Partendo dall’idea che “il voto per corrispondenza è lo strumento insostituibile per poter coinvolgere i cittadini alla scelta dei rappresentanti in parlamento”, si potrebbero evitare “le polemiche che si presentano alla vigilia di qualsiasi momento elettorale introducendo dei correttivi e delle garanzie ulteriori affinchè il voto non venga messo in discussione”. Per esempio, il Cgie ha proposto al sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola “l’introduzione sul plico elettorale di un codice a barre che diminuirebbe il numero di schede nulle causate dal tagliando staccato male”. Altro correttivo da introdurre potrebbe essere “la presenza dei rappresentanti dei partiti che, insieme al Console e alle autorità italiane, possano presiedere al momento elettorale per evitare polemiche e dubbi intorno alla gestione dei plichi”. Per quanto riguarda i contributi per la stampa italiana all’estero, secondo Schiavone il decreto in materia “recepisce quanto abbiamo espresso nel parere dell’assemblea plenaria, ma ha solo un lieve difetto”, e cioè l’idea di “togliere dalla commissione che decide la distribuzione dei contributi, la rappresentanza del Cgie”. La motivazione di questa scelta è legata al fatto che “all’interno della commissione che dà i contributi ci sono rappresentanti in conflitto di interessi” ma il Cgie è “composto da diversi consiglieri e ci sono altre possibilità per avere altri rappresentanti, che noi rivendichiamo anche all’interno del tavolo di discussione sulla promozione di lingua e cultura italiana” dice Schiavone. Infine sulle politiche per gli italiani all’estero, il Cgie percepisce “in maniera più puntuale la vicinanza del ministero degli Affari esteri”. Soprattutto nella Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, e nel nuovo direttore Luigi Maria Vignali, “c’è una predisposizione e un modo nuovo di interpretare il ruolo di Comites e Cgie in maniera diversa rispetto al passato – ha spiegato Schiavone -. Un’apertura verso gli organismi di rappresentanza e un’attenzione maggiore rispetto al rapporto tra le istituzioni e le rappresentanze. C'è una disponibilità diversa perché c’è la convinzione che questi organismi hanno un ruolo importante e la capacità di diventare punti di riferimento essenziali per poter avere una presenza del nostro paese all'estero”.

NEL 2019 LA CONFERENZA STATO–REGIONI-PROVINCE AUTONOME-CGIE

Durante i lavori del Comitato di Presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero, riunito a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dal 12 al 14 luglio alla presenza del Sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola, del Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie Luigi Maria Vignali e dei dirigenti del MAECI, si è discusso anche delle modalità per avviare i lavori preparatori dell’assemblea plenaria della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province Autonome e il CGIE. Alla riunione – si legge in una nota del Cgie - erano anche presenti i rappresentanti delle Regioni e delle Consulte per l’emigrazione e in rappresentanza della VI commissione del CGIE, il consigliere Carlo Ciofi. Erano presenti per la Regione Sicilia, titolare delegata nel coordinamento regionale per gli Italiani all’estero la Dr.ssa Margherita Cappelletti, il Dr. Rocco Romaniello e il Dr. Donato Pafundi per la Regione Basilicata delegata dalle consulte regionali e il Prof. Franco Santellocco per la Regione Abruzzo. Dopo aver preso atto dei lavori svolti in questo anno e mezzo dalla VI commissione assieme alle consulte regionali, si è convenuti di convocare orientativamente la IV assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato – Regioni - Province Autonome - CGIE, che per effetto della legge n. 198 deve essere convocata ogni tre anni, nel 2019 al fine di verificare ed aggiornare lo stato delle nostre comunità all’estero e per discutere sulle novità del quadro istituzionale e delle nuove proiezioni in relazione anche alla ripresa della nuova emigrazione. Alla fine della discussione molto sentita da tutte le parti presenti alla riunione – si legge ancora nella nota - si è deciso di procedere all’istituzione di un primo tavolo di lavoro tra il CGIE e le direzioni generali dei vari ministeri competenti in materia emigratoria. Sarà compito del CGIE acquisire i primi contatti e promuovere l’iniziativa. Gli sviluppi di questo primo incontro dovranno portare all’indicazione dei temi, dei soggetti e dei tempi entro i quali realizzare l’evento, di cui il Comitato di Presidenza è profondamente convinto, affinché negli anni a venire la questione migratoria italiana possa essere intesa e vissuta non come un trauma ma come una delle tante opportunità per chi vorrà liberamente fare esperienze professionali e spostarsi nel mondo.

PROSEGUE IL CONFRONTO CON IL MINISTERO DEL LAVORO


(NoveColonneATG) Roma – Nell'ultima sezione dei lavori del Comitato di Presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero, nel pomeriggio di venerdì 14 luglio, si è svolto presso la Farnesina l'incontro con il Direttore Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Tatiana Esposito, incaricata dal Ministro Poletti di intrattenere le relazioni con il CGIE in vista dell'istituzione di un tavolo di lavoro congiunto finalizzato a programmare interventi di orientamento per i nuovi migranti italiani. Si tratta – si legge in una nota del CGIE - dei seguiti dell'incontro realizzato alla Camera dei Deputati nell'ambito dell'Assemblea plenaria del CGIE svoltasi lo scorso 28 marzo alla quale aveva partecipato direttamente Poletti. Durante l'incontro il Segretario generale Michele Schiavone e i componenti del CdP Rodolfo Ricci e Gianluca Lodetti hanno illustrato l'ipotesi di lavoro proposta dal CGIE, riepilogando i dati dei flussi di nuova emigrazione rilevati negli ultimi anni ed offrendo una comparazione tra i dati Istat e quelli di alcuni paesi meta dei nuovi flussi, in particolare Germania e Gran Bretagna, ma anche della proiezione dell'OCSE, secondo cui l'Italia figura all'ottavo posto tra i paesi erogatori di flussi emigratori ed è seconda soltanto alla Polonia, in Europa. Un'azione di orientamento – continua la nota - nei diversi paesi di arrivo dei giovani connazionali che possa avvalersi della presenza associativa, delle strutture dei patronati e dei Comites, pur con funzioni diversificate, costituisce uno degli obiettivi, insieme all'approntamento di paralleli strumenti di consultazione telematica che possano informare le persone sulle normative di ingresso nei diversi paesi, sulla ricerca di lavoro, sulla conoscenza delle normative locali in tema di welfare, delle prestazioni assicurative e sanitarie, come anche, in particolare per le famiglie con figli al seguito, delle possibilità di inserimento scolastico e professionale, di studio della lingua, ecc., senza dimenticare l'opportunità di servizi di orientamento al rientro e al reinserimento professionale per coloro che intendono tornare in Italia dopo un'esperienza trascorsa all'estero. E' stato anche ricordato – conclude il CGIE - il ruolo di fondamentale interlocutore istituzionale dell'emigrazione che ha ricoperto il Ministero del Lavoro in passato anche nell'ambito della formazione professionale all'estero e ai suoi positivi risvolti per il sostegno del sistema paese attraverso la valorizzazione della risorsa interculturale delle ultime generazioni. Un ruolo che va recuperato, in uno scenario di crescente mobilità e, spesso, di precarietà delle persone, come quello che stiamo vivendo, rispetto al quale non si può lasciare solo al mercato il destino delle persone in movimento. Anche perchè i consistenti flussi di nuova mobilità implicano conseguenze significative sia sotto il profilo demografico sia per lo sviluppo futuro del nostro paese. Nei prossimi mesi, anche con il contributo della VII° Commissione tematica del CGIE (Nuove migrazioni e generazioni nuove), continuerà il lavoro di interlocuzione e di messa a punto dei possibili interventi.

GARAVINI (PD): PLENARIA ENTRO L’ANNO GRAZIE AL GOVERNO GENTILONI


“Complimenti al Governo Gentiloni che rende possibile la convocazione dell’Assemblea plenaria del Cgie entro l’anno. È l’ulteriore conferma di quanto i nostri Governi di centro sinistra - prima il Governo Renzi e oggi il Governo Gentiloni- abbiano profondamente a cuore le nostre comunità all’estero e siano ancorati al rispetto dei valori della democrazia”. Lo ha detto Laura Garavini, della Presidenza del Pd alla Camera, in merito alla relazione del Sottosegretario agli Esteri con delega sugli italiani nel mondo, Enzo Amendola, che è intervenuto all’ufficio di Presidenza del Cgie, riunito alla Farnesina dal 12 al 14 luglio. “Già a inizio legislatura l’allora Ministro agli Esteri, Federica Mogherini, promosse, come suo primo atto politico il rinnovo degli organi di base della rappresentanza degli italiani all’estero, Comites e Cgie. Organi che erano stati bistrattati per anni dai precedenti Governi di destra, sia attraverso tre successivi rinvii dei dovuti adempimenti elettorali, sia attraverso tagli consistenti alle risorse. Il fatto che adesso il Sottosegretario Amendola confermi le risorse per la Plenaria Cgie, nonostante la recente manovrina, è la dimostrazione della profonda attenzione per le questioni degli italiani all’estero. Con fatti e non parole”.

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