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LUCIANO CANFORA, UNO STORICO CON LA PASSIONE DEL PRESENTE

LUCIANO CANFORA, UNO STORICO CON LA PASSIONE DEL PRESENTE

Luciano Canfora (Bari, 5 giugno 1942) è filologo classico e storico dell’antichità conosciuto e tradotto in tutto il mondo. Ma è anche autore di importanti ricerche sulla storia contemporanea, oltre che polemista e pensatore schierato.  I suoi numerosissimi studi,  innovativi e a volte provocatori, spaziano in molteplici ambiti: letteratura greca e latina, problemi di storia e di storiografia, modi di conservazione e trasmissione del sapere, sopravvivenza dell'antico, cultura e storia contemporanee.  Canfora è un insegnante scrupoloso ed è orgoglioso del suo lavoro: “La scuola – ha detto - è l'unica istituzione che non dovrebbe mai perire. Possono cambiare tutte le strutture, tranne quella scolastica. Del resto esiste, da tempo immemorabile, e continuerà ad esserci. Dove ci sono due persone, dove una sa di più e l'altra ha voglia di sapere, là c'è già la scuola. È il luogo dove quel che si fa, si fa in modo disinteressato”.  Alcuni rimproverano Canfora di leggere Tucidide, Plutarco e Svetonio  o di raccontare Giulio Cesare comparandoli al presente.  Lui replica che per capire i classici occorre sì affrontarli in modo disinteressato, ma aggiunge che la natura del potere – titolo di uno dei suoi libri di maggior successo – ha tratti universali. E ricorda che la parola come strumento di dominio, ad esempio,  è una grande questione che riguarda sia i tempi di Aristotele sia quelli della televisione. D’accordo con Cicerone - il quale sosteneva che chi non ha conoscenza del proprio passato non ha alcun futuro davanti a sé - Canfora è convinto che la storia non sia amata dai potenti.  E racconta un aneddoto del terzo secolo avanti Cristo, quando  l’imperatore cinese che costruì la grande muraglia vietò la circolazione dei libri di storia. Lo fece su suggerimento di un suo sciagurato consigliere il quale aveva portato questa motivazione: "Se i sudditi sanno che cosa succedeva sotto l'imperatore precedente, e poi sotto l'altro imperatore ancora, possono fare un confronto".  Partendo dalle civiltà antiche, Canfora è giunto a formulare una impietosa critica del concetto di democrazia per come la intendiamo oggi. Nell'antichità, democrazia era il potere dei poveri. Nell' 800 era una parolaccia. Oggi è lalternanza un po` casuale determinata dalle urne. Un’alternanza che non tranquillizza Canfora, convinto che un regime ingiusto fondato sul consenso non per questo cessa di essere ingiusto.

 

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