Niente da fare per i referendum su lavoro e cittadinanza: In Italia l'affluenza alle urne si è fermata poco oltre il 30% per tutti e cinque i quesiti, non raggiungendo il quorum. Ma mentre sul territorio nazionale i risultati sono definitivi, c’è ancora da aspettare per i dati sul voto degli italiani all’estero. Al momento, quando a Roma è ancora in corso lo spoglio (non si è ancora proceduto alle operazioni di scrutinio per i seggi del Venezuela e per alcuni seggi dei Paesi Bassi), l’affluenza del voto estero si ferma intorno al 23,90% (1.270.202 votanti regolari). L’affluenza più alta si è registrata in America meridionale (34,59%, 602.842 votanti regolari); a seguire l’Europa (19,19%, 542.271 votanti regolari), Africa, Asia, Oceania e Antartide (18,09%, 48.518 votanti regolari) e America settentrionale e centrale (16,45%, 76.570 votanti regolari). Il corpo elettorale all’estero conta 5.302.299 persone, compreso chi ha fatto richiesta di votare per corrispondenza, 1.270.202 i votanti regolari. Al quesito sul reintegro in caso di licenziamenti illegittimi ha votato Sì il 69,31% (781.829 voti); a quello su licenziamenti e limite indennità ha votato Sì il 66,81% (753.926); a quello sui contratti a termine ha votato Sì il 69,06% (777.060); al quesito sulla responsabilità degli infortuni sul lavoro ha votato sì il 66,66% (751.784) mentre a quello sulla cittadinanza ha votato sì il 63,45% (725.268). Come per le elezioni politiche, anche ai referendum gli italiani iscritti all’Aire e quelli temporaneamente all’estero che ne fanno richiesta, votano per corrispondenza. I voti dei connazionali all’estero sono arrivati a Roma sabato 7 giugno per essere scrutinati insieme a quelli degli elettori in Italia. “Forse bisogna cambiare la legge sui referendum, servono probabilmente più firme anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per portare centinaia di migliaia, milioni, di schede per gli italiani all’estero che sono tornate bianche”, ha detto ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al Tg1.
VOTO ESTERO, COM.IT.ES. SANTO DOMINGO: RIFORMARE MECCANISMO, GARANTIRE DIRITTO
Il Com.It.Es. - Comitati degli italiani all'estero - di Santo Domingo ha trasmesso ufficialmente all’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana e, per conoscenza, al Consigliere del CGIE di nomina governativa residente nel Paese, Cav. Paolo Dussich, un documento di sintesi relativo all’esercizio del voto referendario da parte dei cittadini italiani che si trovano nel territorio. Il documento, elaborato dalla Commissione Diritti Civili, Politiche Sociali e Rapporti con l’Autorità Consolare del Com.It.Es., presieduta dal Segretario Flavio Bellinato, raccoglie segnalazioni pervenute da connazionali in merito alle difficoltà riscontrate nella ricezione dei plichi elettorali, nonché a potenziali infrazioni. “Il Comitato -si legge in una nota del Com.It.Es. di Santo Domingo - esprime forte preoccupazione per l’inefficienza del sistema di voto per corrispondenza così come attualmente strutturato. Ancora una volta, le modalità di consegna si sono rivelate inadeguate e disomogenee, con disservizi diffusi e una generale mancanza di uniformità nei tempi e nelle procedure. Il servizio svolto dalla compagnia incaricata della distribuzione è stato ritenuto insoddisfacente, pur rappresentando soltanto l’ultima manifestazione di un problema ben più ampio e sistemico. Il Com.It.Es. non intende muovere critiche alla rappresentanza diplomatica, che ha sempre dimostrato disponibilità e apertura al dialogo, e che certamente si trova ad affrontare enormi difficoltà ogniqualvolta si avvale dei servizi di compagnie di distribuzione. Tuttavia, richiama con forza l’attenzione della politica italiana: è giunto il momento di riformare seriamente il meccanismo del voto all’estero”. Secondo il Com.It.Es. di Santo Domingo “non è accettabile che, a ogni appuntamento elettorale, migliaia di cittadini italiani nel mondo si ritrovino a dover fronteggiare disservizi e incertezze per poter esercitare un diritto fondamentale”. “Ci auguriamo – ha dichiarato la Presidente del Comites Licia Colombo – che le testimonianze raccolte possano contribuire a sollecitare una riflessione profonda e concreta da parte del Parlamento italiano. Il nostro impegno – conclude - continuerà affinché il diritto di voto dei connazionali all’estero venga garantito in modo efficace, sicuro e dignitoso”. (PO EMIGRAZIONE red Gil)
VOTO ESTERO, BELLINATO (ITALIANI OLTRECONFINE): AGGIORNARE SISTEMA, RENDERLO SICURO
“È tempo che la politica italiana assuma un impegno concreto e trasversale per restituire dignità e affidabilità al voto estero. L'attuale governo ha l'opportunità storica di intervenire: la credibilità della partecipazione democratica dei nostri connazionali nel mondo passa anche da qui”. Lo scrive su Italiani Oltreconfine Flavio Bellinato, cittadino italiano residente all’estero da oltre 25 anni e rappresentante del Comites di Santo Domingo. “La legge Tremaglia ha avuto il grande merito di aprire le porte della democrazia italiana agli italiani all'estero. Ora, è dovere delle istituzioni aggiornare quel sistema, renderlo sicuro, accessibile, rispettoso del diritto di ogni cittadino” aggiunge. “Dal 2006 ad oggi, si sono succeduti governi di ogni colore e maggioranze di ogni tipo: centrodestra, centrosinistra, governi tecnici, populisti e di unità nazionale. Tutti, nessuno escluso, sono stati pienamente a conoscenza delle criticità del voto all’estero. Eppure, - scrive Bellinato sul suo blog - in quasi vent’anni, non sono stati in grado di approvare una riforma seria ed efficace. Si è preferito girare intorno al problema, con promesse vaghe e interventi parziali, rinviando sistematicamente ogni decisione. È un fallimento collettivo della politica italiana, che ha lasciato milioni di cittadini all’estero in balia di un meccanismo farraginoso, vulnerabile e talvolta umiliante”. (EMIGRAZIONE red Gil)
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