Roma, 11 giu – L’ombra di Elon Musk su questo provvedimento? Secondo Silvia Fregolent, senatrice Italia Viva, nel Ddl Spazio appena approvato in  via definitiva da Palazzo Madama “sicuramente non c’è lo spazio italiano, che ha una lunga storia che fa sì che noi non dobbiamo invidiare niente a nessuno, con piccole medie imprese come grandi realtà industriali che si occupano di spazio dal 1964: il governo ha invece deciso di non fare gli interessi delle imprese italiane, di non fare gli interessi dell’Europa perché non ha neanche investito in quel contesto, dando un potere straordinario alle aziende dalla realtà Nato. Sappiamo che chi ha presentato il famoso emendamento lo ha pubblicizzato in tutti i social del socio italiano di Elon Musk in Italia, il quale ha bellamente esultato dicendo che con il governo italiano si può parlare, perché è un governo amico in quanto ha di fatto dato una gestione importante a Starlink”. Il riferimento è alla presunta “norma pro-Musk”, che prevede la creazione da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy di una “riserva di capacità trasmissiva nazionale” aperta alla gestione da parte di operatori privati appartenenti all’Unione europea o alla Nato. “Personalmente – aggiunge Fregolent - non ho niente contro Starlink, però ci sono altre realtà, quella europea molto più indietro ma su cui si dovrebbe accelerare e su cui il nostro governo dovrebbe fare la sua parte visto che in Ue secondo loro siamo tornati protagonisti. Oggi, però, che Musk e Trump litigano con il primo che viene allontanato dal governo americano, mi viene il dubbio che la scelta fatta sia stata avventata: anche Trump si è reso conto della pericolosità di Musk, quindi non vedo perché il nostro governo gli debba dare in mano la gestione dell’aerospazio italiano”. (PO / Roc) ////