“E’ il Salvini d’oriente, questa volta per davvero. Una settimana tra Giappone e Cina per studiare trasporti, ferrovie e mobilità. Incontri istituzionali e risvolti politici, in un complicato equilibrio tra il Dragone e Washington. Il vicepremier leghista, il ministro dei Trasporti, lo ha annunciato ieri: da lunedì volerà in Asia. In agenda anche gli incontri con i suoi omologhi di Pechino e Tokyo”. Lo scrive Il Foglio. “Ed è proprio dalla capitale nipponica, dove da poche settimane è ambasciatore Mario Vattani – nominato dall’attuale governo e di cui si era fatto il nome anche per la decisiva poltrona di Washington – che partirà il viaggio del vicepremier, prima di passare a Osaka, città in cui è in corso l’Expo. Lì il vicepremier presenzierà a un evento sulle relazioni italo-giapponesi. Quindi, il 7 luglio, Salvini visiterà il Ponte di Akashi, sullo stretto che porta lo stesso nome: è la seconda struttura sospesa più grande al mondo. E’ stata realizzata dalla Ihi Corp, impresa giapponese specializzata nel settore –ha realizzato opere analoghe in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Romania. Il vicepremier, come rivelato da questo giornale, è interessato a stringere con loro contatti diretti, tanto più adesso che il (suo) Ponte sullo Stretto è tornato d’attualità grazie all’espediente contabile che potrebbe permettere all’Italia di includere anche alcuni investimenti per le infrastrutture nel computo delle spese militari, così da raggiungere quel 5 per cento richiesto dalla Nato nel vertice dell’Aia”, “come aveva raccontato il Foglio a gennaio – con la conferma dello stesso Salvini – questo viaggio era previsto già per maggio, prima di essere rinviato senza troppe spiegazioni, probabilmente per non irritare la diplomazia di Donald Trump. Il vicepremier è atteso a Pechino e poi venerdì a Shanghai, destinazione finale del tour asiatico, ricalcando la stessa agenda seguita da Giorgia Meloni nella visita cinese dello scorso anno. A Shanghai, a quanto si apprende, il leghista visiterà il porto. Ma, filtra dal suo staff, sono in via di definizione altri confronti istituzionali. E come nel caso della premier, non si può escludere un incontro con Chen Jining, segretario del Partito comunista di Shanghai e personalità in ascesa nella nomenklatura che fa capo al leader Xi Jinping. Per Salvini comunque la missione segna un nuovo punto nel rapporto con Pechino, dopo anni in cui il Dragone ha rappresentato uno dei bersagli preferiti. Posizione ammorbidita, e non di poco, nel tempo”, “un colpo alla botte e uno al cerchio, d’altra parte Xi resta il principale avversario di Trump (e forse non è un caso che proprio ieri, nel giorno dell’annuncio del viaggio in Cina, Salvini abbia visto al Mit l’ambasciatore americano Tilman J. Fertitta). Ma intanto la Cina è diventata oggi per il capo del Carroccio un modello da studiare sulle infrastrutture”. (2 lug - red)
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